Alla fine è indispensabile rendicontare.

Nella vita è indispensabile giungere ad una valutazione della propria esperienza.

Non si scappa. Nella esistenza e nella vita economica, di una persona, di una azienda o di una realtà del Terzo Settore ed anche in un Ente pubblico, giunge il momento di riassumere ciò che si è fatto e valutarlo. Schiettamente. In modo trasparente. Senza trucchi. Senza forzature inutili.

Ci sono i fatti da una parte, le intenzioni dall’altra, il contesto da una altra parte ancora, le azioni, ed infine la realtà che emerge nella sua complessità che fa da sintesi.

Ma questa complessità va letta per giungere a valutare. Per capire. Per scoprire cosa ha funzionato e cosa non è andato bene. Per leggere i passi che si devono fare, o per giungere alla decisione che non si può più andare avanti.

Lo abbiamo visto ponendo sul numero 3 di CSROGGI il tema del Bilancio Sociale.

 

Cosa rendicontare:

1 quello che si fa.

L’esperienza. I Fatti. Non c’è nulla che abbia un senso compiuto più che un fatto accaduto. Quel fatto in un certo momento del tempo – o in una sequenza di fatti che si sono succeduti nel tempo. Fatti cui abbiamo contribuito a generare e fatti che sono accaduti senza che noi potessimo intervenire. Infine i fatti che abbiamo concorso a far vivere.

I fatti sono la medicina a troppa ideologia delle intenzioni. Non permettono di essere mischiati con i pensieri. Quel fatto. Quei fatti. Generano i pensieri, ma prima i fatti pretendono di essere guardati con realismo.

Essi precisano le responsabilità. Il soggetto, gli interlocutori, il contesto.

Ad esempio analizzando il programma politico di un sindaco da eleggere, quali sono i fatti che qualificano la sua amministrazione dopo 5 anni di governo?

Guardando la vita di una associazione, il suo cammino, la sua storia, cosa resta dopo un certo periodo di tempo, che può essere utile per il futuro?

In una azienda solo i soldi in entrata o in uscita spiegano la situazione? E’ solo per fatti esterni che le cose sono in un certo modo?

2 come lo si fa.

Se i fatti sono lì a testimoniare la realtà, diviene indispensabile sempre più sapere come noi, protagonisti o meno, abbiamo contribuito a generare le azioni che si sono realizzate. Che atteggiamento c’era all’origine e come si siamo mossi nel tempo. Cosa abbiamo tenuto conto e cosa abbiamo scordato.

Se avevamo un programma che atteggiamento abbiamo avuto per realizzarlo? Dipendeva solo da noi o era indispensabile coinvolgere altri? Abbiamo fatto tutto il dovuto? Come hanno inciso gli altri?

Perché Rendicontare:

Per renderci conto. Per far crescere la nostra consapevolezza del cammino che abbiamo fatto e stiamo facendo. Sapere le ragioni documentate dai fatti e la nostra presa di coscienza nel tempo ci aiuta nel cammino, vediamo la nostra programmazione e attraverso indicatori comprendiamo i percorsi, gli errori,  la realtà.

Per rendere conto. Chi ha operato con noi, chi ha collaborato con noi desidera conoscere i tratti della storia fatta. E’ una esigenza di Trasparenza. Senza di essa si possono fare mille tentativi di buona attività ma collaboratori e stakeholder non comprenderanno mai i nostri passi, le nostre decisioni, il senso di molte valutazioni. La trasparenza che inevitabilmente è insita in un Bilancio di Sostenibilità è indice di capacità relazionale e di positiva fruibilità.

Per decidere. Fare un Bilancio Sociale, un Bilancio Integrato, un Bilancio di Sostenibilità, è rendicontare. Valutare e scegliere la strada migliore. Comunicare in modo aperto la strada percorsa e da percorrere.

 

La rendicontazione è il passaggio chiave di un bilancio veramente trasparente ed utile.

I numeri spesso non la raccontano tutta.

E’ indispensabile allacciare i numeri ai fatti, alle ragioni delle nostre azioni. E sempre i numeri sono lì a provocarci perché possiamo renderci conto di molte cose, che spesso vanno al di là di facili considerazioni sulle responsabilità nostre e altrui.

E a volte i numeri stessi non sono in grado di spiegare nulla.

Occorre uno spazio di tempo, un capitolo in più, una appendice, per spiegare proprio i numeri e magari documentare ciò che i numeri non potevano chiarire.

Così si riequilibra la nostra comunicazione a tutti.

E diviene accessibile un rapporto di sostenibilità.

 

Bruno Calchera

Direttore Responsabile di CSRoggi

Share This