Una forte attenzione è calata su Milano tra fine settembre e inizio ottobre per la PRE-COP26, ovvero i lavori preparatori che anticipano l’annuale conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
In quest’occasione si sono riuniti gli esperti, in particolare i ministri del clima e dell’energia di un gruppo selezionato di Paesi, per discutere alcuni aspetti politici chiave dei negoziati che saranno affrontati alla COP26, che si terrà a Glasgow a novembre.
La Pre-COP è stata preceduta da una riunione ministeriale a luglio scorso a Londra e ha rappresentato l’ultima opportunità formale e multilaterale per i ministri di dare forma ai negoziati nel dettaglio prima del vertice di Glasgow di novembre.

Il Regno Unito – nel ruolo di Presidente – e l’Italia sono partner nell’organizzazione ed entrambi hanno assunto l’impegno di mettere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità al centro dell’agenda multilaterale del 2021, anche attraverso le presidenze di G7, G20 e appunto COP26. Nello specifico i temi sui quali lavorare sono:

  • un cambio di passo negli impegni per la riduzione delle emissioni;
  • l’aumento degli sforzi per l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici;
  • l’ottenimento di finanziamenti per l’azione per il clima;
  • il rafforzamento della collaborazione internazionale.

Anche per le campagne della COP26 su transizione energetica, trasporto su strada pulito e natura.

La Conferenza di Glasgow
Alla Conferenza di novembre 2021 parteciperanno circa 40-50 Paesi, i rappresentanti del Segretariato dell’UNFCCC (la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), i presidenti degli Organi Sussidiari della Convenzione e vari attori della società civile che svolgono un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico o nella transizione verso lo sviluppo sostenibile.

Va ricordato che il contributo viene richiesto a tutti i Paesi a livello nazionale per definire le proprie strategie di lungo termine con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette. Secondo Alok Sharma, presidente della COP26 “fallire non è un’opzione”, il che ci fa capire chiaramente come questa sia un po’ l’ultima deadline per stoppare le chiacchiere e porre l’inizio di un’azione molto stretta, rigorosa e ambiziosa per agire nella lotta al cambiamento climatico, il quale corre inesorabile.

Anche il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha sottolineando che questo appuntamento ha lo scopo di mettere insieme più parti in previsione del G20. Occasione senz’altro più sfidante per raccogliere l’unanimità su un documento ancora da approvare (abbozzato infatti durante la Pre-COP26).

I due nodi principali 
Il primo obiettivo sul quale i partecipanti si sono trovati concordi rientra nell’Accordo di Parigi ed è mantenere l’aumento della temperatura globale sotto 1.5°C. Il secondo è la necessità che i Paesi più industrializzati supportino finanziariamente la transizione dei Paesi più poveri e meno responsabili della situazione climatica attuale. Un sistema che definirebbe anche il principio di maggiori responsabilità a fronte di maggiore esternalità negative causate negli anni precedenti.

Gli eventi per i giovani
Gli assoluti protagonisti di questa edizione della PRE-COP26 sono stati i giovani, la fascia che si trova ad affrontare le conseguenze di scelte egoistiche e non curanti adottate da chi li ha preceduti.
L’evento principale è stato “Youth4Climate: Driving Ambition”, una tre giorni considerata il primo grande Summit globale dei giovani a livello internazionale, organizzata dal nostro Governo, in partnership con il Regno Unito e “Connect4climate” della World Bank, con la partecipazione della Regione Lombardia e del Comune di Milano e ospitata dal Ministero della Transizione Ecologica. In quest’ambito, 400 giovani provenienti da tutto il mondo hanno affrontato le principali urgenze e priorità dell’azione per il clima lavorando intorno a quattro temi:

1) Youth Driving Ambition;
2) Sustainable Recovery;
3) Non-State Actors’ Engagement;
4) A Climate-Conscious Society.

A ogni tema ha corrisposto un gruppo di lavoro guidato da due persone: un rappresentante dei giovani e un esperto senior delle organizzazioni internazionali. Inoltre sono partiti gli “All4Climate- Italy2021”, oltre 380 progetti sul territorio proposti da associazioni, enti, aziende, università e comunità locali con l’obiettivo di rendere il 2021 un anno fondamentale per il clima.

Non sono mancate però aspre critiche: gli attivisti che hanno partecipato agli scioperi dei “Fridays for Future”, capeggiati da Vanessa Nakate e Greta Thumberg, hanno sostenuto che queste iniziative non sono altro che attività di facciata, una “Youth for Washing”, una modalità per i potenti di mostrarsi aperti all’ascolto delle nuove generazioni ma che, in realtà, celano disinteresse. I giovani cercano giustamente un coinvolgimento più concreto… e capiremo a Glasgow se avranno l’occasione di trovarlo.

di Ylenia Esther Yashar

(da CSRoggi Magazine, anno 6, n.4, Settembre/Ottobre 2021, pag. 72)

 

 

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