Siamo nel vivo delle promesse elettorali per affrontare e vincere la grande sfida climatica ed energetica, che ogni singolo cittadino e impresa sta vivendo sulla propria pelle e conto corrente, per via del verificarsi di eventi meteorologici estremi e costi delle bollette di energia e gas sempre più “stratosferici”.
Ciò è il risultato di un modello di sviluppo economico e culturale, che per decenni ha guidato e spinto l’uomo a sfruttare in maniera eccessiva e insostenibile le risorse del pianeta, con la conseguente emissione in atmosfera di grandi quantità di gas serra, che hanno acuito ancor di più gli impatti del cambiamento climatico antropico. Se a tale evento, si va ad aggiungere l’attuale crisi energetica scaturita dal conflitto tra Russia e Ucraina, si scopre di avere tutti gli elementi per capire che siamo di fronte a un chiaro e ineluttabile stravolgimento del nostro benessere ambientale, sociale ed economico (ESG), che se non gestiti in maniera sostenibile, rischiano di arrecare seri danni e costi insostenibili per l’intero tessuto sociale italiano ed europeo.
L’anno in corso sta facendo registrare numeri da record In Italia e in Europa. Infatti ciò è stato evidenziato sia da Legambiente, la quale ha denunciato come “Da gennaio a luglio 2022 si sono registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, numero più alto della media annua dell’ultimo decenni”[1], e sia dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), il quale ha messo in risalto, come nel mese A luglio si è) registrato un +2,26 gradi sopra la media italiana dal 1800 (da quando vengono rilevati i dati) ad oggi”[2]. A questi record “climatici” si aggiungono anche quelli energetici, indotti dalla predetta crisi tra Russia e Ucraina che, come evidenziato da Standard&Poor’s, in un report dedicato alle utilities europee, stima che nel caso “ci fosse uno stop “permanente” del gasdotto Nord Stream 1, le bollette energetiche per l’Europa aumenterebbero di oltre 1 trilione di euro rispetto al pre-pandemia”[3].
In uno scenario cosi critico e pieno di incognite, è indispensabile che il tema del cambiamento climatico e della crisi energetica, siano messi sempre al primo posto nell’agenda politica del futuro Governo italiano, che dal 26 settembre in poi, si appresterà a definire, modificare, aggiornare e/o cancellare mediante leggi e strategie la gestione dei predetti temi, alquanto “caldi”. Inoltre, al di là delle recenti previsioni di un maggiore o minore impegno su tali temi e delle diverse soluzioni poste da parte dei vari partiti politici coinvolti nella campagna elettorale, è fondamentale tenere ben presente in mente, che queste sfide richiedono una strategia gestionale di medio-lungo termine rapida, realistica ed etica. Strategia che vada ben oltre la mera ideologia e che sia in grado di rispondere agli attuali “bisogni estremi della società”. In altre parole: bisogna andare ben oltre la semplice promessa elettorale di breve termine, che si sta paventando in questo periodo, ma servono fatti concreti e lungimiranti.
La gestione dell’emergenza climatica ed energetica è qualcosa di complesso ma, allo stesso tempo, suggestivo, in quanto “accendono” la creatività e lo spirito innovativo dell’uomo moderno. Creatività e innovazione, che si riscontrano nelle numerose leggi e piani ambientali (Green Deal Europeo, Fit For 55, ecc…), quale mezzi da cui partire per arrivare a definire e individuare gli strumenti più adatti per indirizzare le scelte di governi, aziende e della società in generale, verso una transizione ecologicamente sostenibile nei tre famosi pilastri ESG (Environmental, Social & Governance).
D’altronde la sfida del cambiamento climatico non si debellerà nel tempo di una legislatura (5 anni), ma in più legislature. Se vogliamo garantire un futuro equo e sostenibile alle generazioni presenti e future è necessario che il Governo italiano di domani (in connessione con tutti gli stakeholders come ad esempio imprese, ong, cittadini, ecc.), affronti in maniera seria e vincente la sfida climatica ed energetica, attraverso un maggiore ricorso a strumenti green, quali l’autoproduzione da fonti energetiche rinnovabili così da ridurre sempre di più il proprio fabbisogno dalle fonti fossili, incentivare maggiormente la mobilità sostenibile e il ricorso a strumenti di investimento green come “green e social bond”, sino ad arrivare ad una maggiore accelerazione nella digitalizzazione dei servizi, cosi da ridurre ad esempio l’uso di carta, ecc.
Per raggiungere tale obiettivo, non basta semplicemente seguire i consigli contenuti nel piano di risparmio predisposto dall’attuale Governo uscente, ma è necessario soprattutto che cambi l’approccio culturale di ogni cittadino italiano nel modo di usufruire e gestire le risorse che il pianeta mette a disposizione.
Per raggiungere tale obiettivo è indispensabile che il prossimo Governo italiano abbracci un nuovo modello di sviluppo, basato su approccio multidisciplinare e sul concetto di una governance ecologica, in cui le sfide del cambiamento climatico e della crisi energetica “strettamente connesse” siano affrontate e gestite in maniera ambientalmente responsabile (E), socialmente equilibrate (S) ed economicamente sostenibili (G).
In questo modo si creeranno le necessarie “connessioni sostenibili” che ci aiuteranno a debellare la sfida climatica ed energetica e favorire il raggiungimento dello sviluppo sostenibile.
- [1] https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/emergenza-eventi-climatici-estremi-i-dati-di-legambiente/#:~:text=Da%20gennaio%20a%20luglio%202022%20si%20sono%20registrati%20in%20Italia,media%20annua%20dell’ultimo%20decennio.
- [2] https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2022/08/05/il-cnr-ad-oggi-il-2022-e-lanno-piu-caldo-di-sempre_e2c522ec-347b-4a5a-a1e3-af3210d58d7d.html
- [3] https://www.lapresse.it/economia/2022/09/07/energia-sp-bollette-su-di-un-trilione-in-europa/
di Paolo Faiola
(da CSRoggi Magazine – Anno 7 – n.3/4– Settembre 2022; pag. 42)