Il punto del Direttore
Direi proprio di sì!
Se non ci fosse una reale trasformazione complessa e vera del pianeta probabilmente andremmo a sbattere: vuoi per il degrado climatico, vuoi per aver sbagliato nella corsa allo sviluppo arraffando senza criterio e senza pensieri, in modo improvvido e senza cautela, ogni risorsa necessaria ed infine abbiamo visto tutti che senza inclusività cresce sempre più l’ingiustizia sociale.
Innovare verso processi più umanizzati è disperatamente utile. Cambiare e organizzare la società è indispensabile. Occuparsi del proprio orticello e legare il suo sviluppo a quello di altri è divenuto indispensabile.
La domanda: ma è una moda dichiararsi affascinati dal percorso dello sviluppo sostenibile?
Un po’ tutti oggi si sentono di aver fatto qualcosa per migliorare la vita aziendale ed anche la vita sociale. Praticamente o anche solo intellettualmente, tutti siamo a favore dell’Ambiente, dello Sviluppo Tecnologico diffuso, delle Trasformazioni che umanizzano il vivere.
Il fatto poi che la parola sia entrata come un tarlo nella mente di molti è già una grande cosa.
La domanda vera è un’altra e più profonda: Cosa serve per vivere?
Qui la sostenibilità mostra il suo limite oggettivo.
Si introducono fattori interpersonali, sociali e motivazionali, ha buon gioco la filosofia e la fede ha molto da suggerire.
Una cosa è evidente: non serve la guerra! Non è mai stata i una soluzione di problemi. Anzi ne generò di nuovi e gravi portando con sé la morte fisica e quella civile.
Possibile che in Occidente, oggi nel 2022, si manifesta per la seconda prova scritta della Maturità e, ne’ sindacati ne’ classe politica, abbiano avuto tempo di impegnarsi per gridare che la guerra non serve per risolvere i problemi.
I tempi delle mobilitazioni del ’68 dove sono? L’Amerikano da abbattere non è stato sostituito dall’orso Russo e dal freddo Putin!
Una bella mobilitazione sociale la nostra Ursula potrebbe ben invocarla per gridare contro la guerra.
Tanta diplomazia, ma il popolo se ne frega. Sono affari loro, dicono. Russi contro ex Russi.
C’è sempre una attenzione velatamente positiva per Cina e Russia anche in Italia.
Un retaggio culturale di ex comunisti.
Non serve la polverizzazione culturale, un populismo sfrenato, un tutti contro tutti, che impedisce di trovare le luci positive che possono generare un nuovo e sostanziale assetto sociale.
Non solo in Italia. Dappertutto!
C’è un tasso di povertà esistenziale – lo si denota subito guardando i Social – che ha distrutto ciò che umanamente è da salvare nella ricerca di bene. Anzi è il male che risulta più di moda. Persino nelle canzoni…
Cosa serve per vivere?
Per vivere occorre guardare e percepire la ferita del dolore e del male che c’è.
Occorre ricercare con tutte le povere forze rimaste il bisogno umano: quello prossimo ed anche quello che ci pare lontano.
Hai voglia di lottare per creare un pianeta Sostenibile?
Lo scontro è talmente avanzato su frammenti di realtà che il grande emarginato non è il pianeta e l’ambiente, ma l’io di ciascuno.
Un io incrostato, incapace di relazioni aperte, di vera ricerca di significato, privo di domande e ricco di risposte ideologicamente preconfezionate.
Un io ridotto che fatica a riconoscere i suoi grandi bisogni esistenziali accontentandosi di cose e di esigenze molto vicine e limitate.
Rotoliamo così verso l’inconsistenza.
C’è la spaccatura tra chi tiene un assetto e vuole vivere compitamente ogni aspetto della vita, della realtà, e chi ha perduto tutto, compreso il proprio senno, la propria propensione al bene comune – come ci insegnano i reperti di civiltà millenarie, e come l’educazione di genitori e scuola ha avuto la forza di guidare la crescita di tanti giovani.
La Sostenibilità serve per vivere se ci sono soggetti umani che operano, se si incontrano e se riescono a porre governanti animati da un unico principio: quello del fare il bene altrui.
E’ un bisogno di senso e perciò di tutto ciò che serve ad una persona per essere fino in fondo un costruttore: di relazioni, di opere, di progetti e di iniziative fatte per valorizzare l’animo, esaltando la libertà creatrice individuale e sociale.
E’ la persona protagonista della storia, l’io di ognuno ha questa responsabilità personale e sociale, la sostenibilità abbraccia i settori del fare per aiutarci a migliorare.
Bruno Calchera
Direttore Responsabile