Abbiamo incontrato Matteo Pedrini, professore associato Corporate Strategy dell’Università Cattolica di Milano, vice direttore di Altis e direttore scientifico del CSR Manager network, alla fine dell’incontro “Tecnologia, innovazione, sostenibilità” che l’ha visto tra i protagonisti.
Trova qualcosa di diverso in questo Salone CSR, rispetto a quello degli scorsi anni?
«Noto come la presenza dei giovani sia sempre in crescita, il loro interesse sull’argomento sostenibilità è sempre più evidente e molti di loro cominciano a pensare a una loro futura professione legata a questi temi».
Di sostenibilità si parla oggi sempre più, anche se spesso collegata al clima e all’ambiente. Come giudica questo fatto? Positivamente o negativamente?
«Penso che lasciarci trasportare dagli aspetti ambientali sia ottimo perché ci si preoccupa di apportare cambiamenti significativi per l’uomo. Penso però anche che sia necessario prestare attenzione anche agli aspetti più sociali e, magari con meno eco, questo viene fatto da molte realtà. Come Altis sono anni che lavoriamo su temi legati alla sostenibilità e quindi oggi siamo molto soddisfatti perché cominciamo ad avere interlocutori che non sono più da convincere. Oggi i CSR manager hanno conoscenze e competenze molto interessanti per le aziende. Fino a qualche anno fa i vertici aziendali erano piuttosto scettici su questi temi, ora si sono convinti della loro validità».
Questo avviene di sicuro nelle grandi aziende, mentre nelle PMI sembra esserci una maggiore fatica a comprenderne le modalità d’approccio. È davvero così?
«Non sono del tutto d’accordo. Tutto quello che vediamo nelle grandi aziende, nelle PMI ha una forma diversa. Qui spesso si parla di una conduzione famigliare, con risorse diverse, per cui attuare la sostenibilità in una piccola azienda potrebbe voler dire procedere con investimenti al di sopra delle proprie capacità. Nonostante questo, però molto viene oggi fatto, anche se spesso non viene comunicato, sappiamo di azioni straordinarie messe in campo di piccole aziende di cui però la maggior parte delle persone non sa niente, un po’ per mancanza di cultura della comunicazione delle piccole aziende».
Quanto la tecnologia può aiutare la sostenibilità?
«La tecnologia di per sé non vuol dire niente, dipende dall’applicazione che se ne fa. Se ben interpretata è di sicuro un fattore abilitante e un potente acceleratore della sostenibilità». (l.p.)