Il punto del Direttore

 

 

 

Nel bel mezzo delle celebrazioni per il nuovo anno, la Commissione europea ha lanciato una breve consultazione (fino al 12 gennaio) per “esperti” degli stati membri (l’Italia è rappresentata da un funzionario del MEF) e la Piattaforma sulla Finanza Sostenibile sulla sua proposta di atto delegato sull’introduzione di gas naturale e nucleare nella lista delle attività utili a realizzare l’obiettivo di zero emissioni nocive per il clima entro il 2050, la cosiddetta tassonomia per la finanza sostenibile. (da Alternanza Sostenibile – 3 Gennaio 2022).

Greenpeace ha subito risposto:
La Tassonomia europea è una classificazione – una vera e propria lista – delle attività ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale, che avrebbe il compito di informare chi investe su cosa possa essere considerato “green”, ma usare gas fossile e nucleare, dandogli per giunta un bollino “verde”, è come lanciare un grosso meteorite sul Green Deal europeo! La tassonomia UE poteva essere uno strumento utile per smascherare le troppe iniziative di greenwashing, invece si è trasformato in boomerang molto pericoloso: gas fossile e nucleare non sono affatto “verdi”! Altrettanto negativa e pericolosa è la posizione del Ministro della Transizione Ecologica, Cingolani, che nonostante la precisa volontà dei cittadini espressa in ben due referendum nazionali, continua a sostenere l’introduzione del nucleare nella tassonomia, e a promuovere l’uso del gas come soluzione alla crisi climatica: due follie da un punto di vista climatico e di impatto ambientale.

La Tassonomia è una classificazione e pertanto esamina gli elementi della realtà che indicano un processo d sostenibilità. E’ necessario dare uno sguardo a tutta la realtà per vedere quali sono i reali punti di sviluppo senza alcun pregiudizio.
La domanda che ci siamo posti è: quale è la strada attuale della ricerca?
Il Nucleare è divenuto un indice di negatività per i tanti guasti prodotti, non è mai stato valutato in modo positivo, anche se in molte parti del mondo esso rappresenta una fonte di energia non trascurabile.
Oggi è cambiata questa valutazione?
In Italia dopo il Referendum, la parola Nucleare è stata posta in soffitta come il male assoluto.
La complessità della realtà mostra che tante cose sono cambiate o stanno cambiando.
E’ divenuto necessario riparlare e ridiscutere sull’energia nucleare, quella che alcuni dicono essere la più sicura.

I FAVOREVOLI
Ad esempio i Sali Fusi e la costruzione del primo reattore al NATRIUM (sodio in Latino) ci presentano un reattore raffreddato al sodio liquido accostato all’uranio impoverito. Questo è uno degli esempi di Reattori della Quarta generazione.

Si legge anche che il reattore raffreddato con il Sodio, ad alte temperature, è il nucleare del futuro.
I reattori della Quarta Generazione ad esempio riescono a limitare la quantità di scorie radioattive che escono dalla centrale ma riescono anche – Grande Economia circolare – a bruciare come combustibile le scorie nucleari, sia quelle future sia quelle passate.

Infine Bill Gate e Warren Buffet hanno investito in progetti di questa natura molti miliardi insieme a tanti istituti di ricerca nel mondo. La Cina è a buon livello per far entrare in funzione il primo reattore della quarta generazione. In Italia, ENEA con altre 19 organizzazioni, stanno analizzando e studiando tutti gli aspetti relativi alla sicurezza.
C’è la batteria Zebra a Sali Fusi con metalli che hanno abbassato le temperature a 215 ° contro i tradizionali 350°. Il nuovo sistema costerebbe 16 dollari per chilowattora di energia immagazzinata ossia 8 volte di meno delle batterie a ioni di litio.

Anche il Ministro Cingolani ha posto il tema in modo inequivocabile: se si vuole una energia pulita è inutile tergiversare. Prendere sul serio i reattori della Quarta Generazione è un fatto ineliminabile.
Nel Convegno “Ricerca e dialogo internazionale nella tecnologia nucleare” cui hanno partecipato ENEA e Nea, il tema del Green è tornato attuale per la spinta della Commissione Europea per raggiungere quanto prima il taglio delle emissioni di CO2.

Cingolani in quella sede così si è espresso: “Supponiamo che fra 10 anni si scopra che questi reattori sono convenienti e sicuri, credo se ne debba parlare. Il progetto di lungo termine è di arrivare alla fusione nucleare, che sarà probabilmente la vera energia del futuro completamente verde. Ma se non investiamo adesso in conoscenza, ricerca, sviluppo e innovazione, guarderemo nel buco della serratura quello che faranno i Paesi che guardano al futuro con più lungimiranza di noi.”

A spiegare alla Stampa i tempi previsti e il funzionamento dei nuovi reattori nucleari è Marco Ricotti, docente di impianti nucleari al Politecnico di Milano. “Un tema, quello del nucleare, da sempre controverso e tornato d’attualità in questi giorni dopo le parole del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che ha invitato a non considerare un tabù la tecnologia nucleare” (…). “I reattori di piccole dimensioni, i cosiddetti ‘Small modular reactors’, di quarta generazione saranno pronti tra il 2030 e il 2035 in Europa e negli Stati Uniti. Una importante caratteristica che li contraddistingue dalla generazione precedente è il sistema di raffreddamento che non è più ad acqua ma a piombo liquido. Oppure a sodio, elio o sali fusi”. Reattori più piccoli, ma anche più sicuri. “Una maggiore sicurezza – aggiunge l’esperto – è certamente tra le caratteristiche più rilevanti dei reattori di quarta generazione. Si lavora inoltre a soluzioni che consentano di bruciare all’interno dello stesso reattore le scorie prodotte”. In Russia, per esempio, dove il primo prototipo di centrale di ultima generazione “sarà costruito tra il 2024 e il 2025”, si sta sperimentando una soluzione tecnologica interessante. “Insieme al reattore sarà realizzato anche il sistema per bruciare le scorie. Un sistema che non consentirà di eliminarle al 100%, ma ridurle di molto senz’altro”.

Il nucleare tornerà e rivestirà un ruolo importante nel mix di energia dei principali paesi industrializzati” ha dichiarato Roland Schenkel, direttore generale del Centro Comune di ricerca (CCR) della Commissione europea.

I CONTRARI
Giuseppe Conte ha espresso il suo dissenso al Ministro Cingolani recentemente.
L’ex premier, accompagnato dai ministri Di Maio, Patuanelli, Dadone e D’Incà, ha voluto in questo modo ribadire la coesione del Movimento 5 Stelle sui suoi temi bandiera. “No al nucleare quindi – ha puntualizzato al termine del confronto definito “proficuo” – perché è questa la scelta fatta dagli italiani con il referendum, ed è questa la sensibilità politica che esprime il M5S”, spiegando come Cingolani abbia condiviso le valutazioni espresse sulla necessità di incrementare le energie rinnovabili (“discutere di nucleare significa distrarsi dall’obiettivo fondamentale che è quello di incrementare l’energia pulita”).
Prese di distanza in Italia dal Nucleare sono state espresse non solo da Conte ma anche da Francesco Storace AD dell’ENEL.

I Contrari sono Favorevoli alle Energie Rinnovabili che documentano dati alla mano il vantaggio di approfondire gli investimenti sulle energie rinnovabili (World Nuclear Industry Status Report 2021): Invece di continuare ad alimentare un dibattito sterile sul nucleare, una tecnologia di produzione di energia superata dalla storia, surclassata da tecnologie più mature e competitive che usano fonti rinnovabili, sarebbe auspicabile che il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e tutto il governo italiano si facessero portavoce, nella discussione europea sulla nuova tassonomia verde, di una posizione chiara e avanzata che non ceda alle lobby del gas fossile e del nucleare, così come hanno fatto altri governi, per esempio la Spagna.

Le nostre associazioni, come le numerose imprese italiane dell’economia avanzata e verde, non possono accettare un posizionamento italiano di retroguardia a proposito della nuova tassonomia green, così come le timidezze dimostrate sulle urgenti semplificazioni per decuplicare la potenza annua installata di rinnovabili, sull’approvazione del nuovo Pniec in linea con il nuovo obiettivo europeo per ridurre del 55% i gas climalteranti entro il 2030, sul taglio dei sussidi alle fonti fossili che neanche la legge di bilancio appena approvata ha praticato. Ci aspettiamo dall’esecutivo Draghi una presa di posizione chiara, in linea con i mandati referendari e con gli impegni sul cambiamento climatico, per contribuire a fermare lo snaturamento della tassonomia verde, che rischierebbe di essere un grave autogol europeo in evidente contraddizione con l’impostazione del green Deal”, questa la posizione di Greenpeace, Legambiente e WWF rispetto alla proposta avanzata dalla Commissione di inserire il nucleare e il gas naturale all’interno di una lista di attività economiche considerate sostenibili dal punto di vista ambientale e alla risposta che l’Italia dovrebbe dare in merito.

E’ la volta buona – concludono – perché la ricerca sia universale: si possano fare tutte le verifiche e i passi necessari per valutare la bontà dello sviluppo del nucleare. E’ questa la volta buona per usare energia a basso costo con il nucleare? Prima di dire di sì occorrono altrettanti sì per ogni singolo problema: la vita dell’uomo è così fragile che non è riuscita a controllare il clima, ha abusato di strategie e di metodi che hanno ridotto la libertà dei cittadini, infine c’è una spaccatura enorme tra paesi sviluppati e meno sviluppati che non è un buon viatico per il futuro. “

Un argomento divisivo.
Sembra che lo sguardo alla realtà non basti per avere chiarezza.
Da una parte prevale l’esigenza di sicurezza che deve essere preminente, dall’altra l’esigenza non più prorogabile di avere più fonti di energia per ristabilire l’equilibrio climatico del pianeta eliminando il CO2 radicalmente.

Vi sono antefatti storici che inducono ad una saggia prudenza – gli incidenti più clamorosi lo dimostrano – ma lo sviluppo della tecnologia ha fatto balzi da gigante in tanti settori; indubbiamente farà altrettanto anche nel nucleare.
L’attenzione ai Sali Fusi ad esempio è un elemento di grande novità e di trasformazione.
Forse non ci sarà da aspettare solo il nucleare della IV generazione, ma quello della Quinta che certamente ottimizzerà ogni spunto della precedente generazione portando innovazione.
E’ il filo rosso della Storia che non si accontenta delle posizioni raggiunte.
Il tema è aperto.
Oggi sono attive decine di centrali nucleari di vecchia generazione in molti paesi, Altri paesi, come l’Italia, vi hanno rinunciato.

Con passi decisi e attenti al bisogno individuale e sociale è giusto ricercare, studiare e fare bene i compiti.
“E Dio vide che ciò era buono” (Gen. 1). Nella creazione del mondo c’era anche il nucleare.
La libertà umana può trovare questo Buono per tutti anche nel nucleare.

 

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

 

 

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