Il punto del Direttore
La Commissione Europea il 30 Marzo 2022 ha adottato un pacchetto di misure per rendere i prodotti sostenibili a norma UE. Le proposte sono fondamentali per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo, la strategia di crescita dell’Europa volta a trasformare l’UE in una società più equa e prospera, e per attuare gli elementi chiave del piano di azione per l’Economia Circolare del 2020. Il modello economico attuale, ancora basato sul principio di “estrarre-usare-sostituire” impoverisce le risorse naturali, inquina l’ambiente e danneggia la biodiversità e il clima, rendendo l’Europa dipendente da risorse proveniente da altri paesi. Ridurre l’impatto ambientale dei prodotti durante tutto il loro ciclo di vita e prolungarne la durata porterà ad avere nell’UE dei prodotti più sostenibili circolari ed efficienti sotto il profilo delle risorse. Una maggiore sostenibilità di prodotti di elettronica, arredamento e tessili contribuirà alla resilienza dell’economia dell’UE.
Eravamo solo nel 2022 e a alla fine di Marzo, la guerra in Ucraina era scoppiata da pochi giorni, il mondo marciava con risorse materiali condivise. L’energia non era un problema. Si poteva immaginare un futuro con una programmazione anche temporale.
Si inventavano modelli economici.
La crisi economica, inflazione e produzione non erano al centro del pensiero dell’UE.
E’ cambiato tutto!
Da una parte si procede con estrema fatica, con poche risorse, con la carenza di risorse economiche di diversa natura: energetiche, alimentari, tecnologiche, ambientali, umane.
Dall’altra si è introdotta l’incertezza sul futuro e su futuri cambiamenti.
In ogni segmento si lamentano crisi di alto spessore:
- C’è la carenza di grano, con il significativo aumento dei prezzi;
- L’acquisizione del Gas, anche dalla Russia, ha uno sviluppo che ha piagato l’economia occidentale. I prezzi del petrolio hanno avuto una impennata;
- Le derrate alimentari in genere segnano incrementi di costi mai visti;
- I metalli delle terre rare rendono impossibili trasformazioni industriali;
- L’ambiente ha mostrato il suo volto più duro: un cambiamento climatico mai visto e una carenza di prodotti, anche alimentari in genere, non prevista e crescente.
Si aggiunge l’impossibilità a fare previsioni con margini di certezza.
Eppure la voglia di dire che i propri prodotti sono sostenibili c’è!
Accade in ogni settore economico.
Gli spot Tv e la pubblicità lo documentano.
Ma al cittadino ciò è sufficiente?
Si nota però sempre più una carenza di comunicazione.
Basta una semplice domanda: perché il tuo prodotto lo definisci sostenibile?
La risposta semplicemente non c’è!
Un buon slogan pubblicitario non basta.
Perché è sostenibile? Me lo spieghi?
Questo è ciò che manca alla Comunicazione.
Oggi non servono slogan ma racconti!
Non basta affermare “il mio Caffè è sostenibile” bisogna anche spiegarne le ragioni. Occorre che le spiegazioni girino tra gente e l’acquirente sia ben consapevole di ciò che acquista in tema di sostenibilità.
E non bastano solo i convegni per parlare della propria azienda in chiave di iniziative sostenibili.
E’ un caso quello di Nespresso.
E’ passata dal filmato che mostra il supporto alla raccolta del caffè in Colombia, ottimo spunto per capire e avere le ragioni della CSR, alle immagini di G. Clooney – un personaggio che con quella bocca non “può” dire bugie – a Chiara Ferragni – che con quella bocca da un po’ di anni promuove tutto ciò che le porta denaro.
Occorre un racconto. Forse anche Chiara Ferragni ha l’occasione di raccontare Nespresso/Sostenibile e questa comunicazione potrà essere davvero importante.
La sostenibilità non è uno slogan ma una serie di azioni, chiare, condivise e cambiamenti, in cui l’acronimo ESG è la guida sintetica del cammino di trasformazione.
La Sostenibilità è un processo culturale che diventa prassi aziendale.
L’economia circolare va raccontata, ed è la forza di quel racconto che stupisce e chi legge percepisce, genialità, fascino dell’intrapresa, utilità e convenienza.
Bruno Calchera
direttore CSROGGI