Immaginate 43 anime, stipate in un bunker al buio, senza finestre né servizi igienici per 6 lunghe ore con l’obiettivo di raggiungere una paga misera senza emettere un fiato, né fare il minimo rumore. E se vi dicessimo che questa non è né storia antica né qualcosa accaduto in qualche luogo lontano dal nostro Paese? Si tratta di un episodio di soli 3 anni fa, ed è successa in casa nostra, nello specifico a Melito di Napoli quando il titolare della «Moreno Srl»  – laboratorio per la lavorazione del pellame e del confezionamento di scarpe e borse per Fendi, Yves Saint Laurent –  per sfuggire ad una verifica da parte dei carabinieri del Nas decide di segregare per 6 ore ben 43 operai che lavoravano al nero, tra i quali una donna in avanzato stato di gravidanza e due apprendisti minorenni, uno di sedici e l’altro di 17 anni.

Sembrano storie lontane, antiche, ma sono ancora molte in Italia e nel Mondo le realtà che sfruttano i lavoratori senza garantire loro l’adeguata tutela per i diritti fondamentali. Basti pensare agli attuali episodi di caporalato ovvero di “chi recluta manodopera per impiegarla presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno”.

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