Il punto del Direttore
Si è concluso il 10° Salone della Sostenibilità e dell’Innovazione Sociale, ricco di testimonianze, di comunicazione di innovazioni e di prassi per dare il meglio sui temi del cambiamento e della trasformazione e aderire alla Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
In chiave culturale ha segnalato l’impossibilità di costruire senza le basi poste dagli ESG.
Il digitale ha fatto spesso la parte del leone ma sbaglierebbe di molto chi riassumesse nel digitale la tipicità della Sostenibilità.
Le evidenze del Salone sanno dimensionare e offrono in ogni settore le indicazioni dei migliori strumenti per la crescita e lo sviluppo.
Vale la pena segnare il passo e farci aiutare da Fulvio Rossi nel suo Libro “LA SFIDA INEVITABILE – La Sostenibilità ed il futuro dell’impresa” Edizioni Il Mulino, 2022, pag.27.
Sostenibilità è la caratteristica di una condizione che può essere mantenuta nel tempo. (…) La sostenibilità economica è un requisito necessario per la creazione di valore nel tempo: non è sostenibile un business per il quale vengono meno le risorse finanziarie necessarie, in cui il prodotto non soddisfi le esigenze dei consumatori, in cui diventi troppo costoso l’approvvigionamento di materie prime insostituibili, in cui – alla fine – i ricavi crescano sistematicamente meno dei costi.”
A proposito di sostenibilità economica quali sono i problemi sul tappeto?
- I cambiamenti climatici.
- Il surriscaldamento del pianeta.
- Ridotta produttività agricola.
- Inquinamento diffuso del territorio: mari, città, foreste, montagne, ambiente.
- Scarsità di infrastrutture,
- Disabitudine della politica ad operare celermente per il bene di tutti.
- Risorse insufficienti alla crescita e decrescita squilibrata della popolazione.
- Fenomeni migratori incontrollati.
- Risorse del pianeta non disponibili per tutti.
- Trappole politico-finanziarie che alimentano la disaggregazione sociale.
L’elenco è incompleto ma è utile per comprendere la vastità delle incongruenze e delle difficoltà.
I guai del nostro tempo sono dentro l’esperienza partecipata.
La Sostenibilità è una forma di cultura, che potrebbe riprendere il suo significato se approfondisse il tema dell’umano vivere, accettando la sfida che le emergenze pongono, partendo dalla considerazione che tutti viviamo sul pianeta e che ciascuno desidera vivere meglio.
L’umanità conosce il realismo del bene comune, dell’umano vivere: comprende la bellezza, l’amore alla terra, alle persone, alla famiglia, e conosce la necessità della condivisione. Le basi della Sostenibilità e del suo nesso con le future generazioni sono insite nella ragione umana attenta al presente, alle relazioni del buon vivere presente e futuro.
La guerra non è mai un auspicio, né una soluzione ai problemi sociali.
C’è quasi un ritegno nel porre in modo centrale l’Umanesimo Integrale come mentalità economica, sociale e di gestione e ritrovarlo nella storia di tutti i popoli.
La cultura attuale, scientifica, sembra sezionare ogni particella di umanità per poterla governare meglio. Evitando i collegamenti, i nessi della realtà: i problemi si affrontano a pezzi, con la difficoltà di collegarli.
Si chiede pertanto uno “sforzo moralistico” per unire frammenti di realtà che naturalmente sono collegati.
La Sostenibilità specifica non divide.
Le azioni in una azienda ad esempio non sono monadi senza collegamento, ma frammenti di un grande disegno, di una azione innovatrice che coglie parti diverse, ma collegate tra loro: le cose e le persone.
Non v’è saggezza nascosta, non vi sono pratiche sconosciute per vivere bene.
Il cuore dell’uomo sa di cosa ha bisogno.
E’ questo sguardo all’integralità dei problemi che aguzza l’intelligenza e crea, o meglio, trova e compone cose, prodotti e sistemi che rendono la vita più umana. “la sostenibilità è la caratteristica di una condizione che può essere mantenuta nel tempo “suggeriva Fulvio Rossi.
Enrico Giovannini nella prefazione del volume poneva centralmente una frase di Papa Francesco: “la sostenibilità o è integrale o non è”; Il senso è quello di “prendere i problemi insieme congiuntamente, e “rendere l’impresa equa, inclusiva, accogliente, rispettosa del contesto sociale” (pag. 7 ibid.).
Per concludere è bene chiedere alla Sostenibilità percorsi umanamente ed aziendalmente percorribili. Ci vuole il coraggio nel partire dalla realtà, dai bisogni propri e di tutti sia del presente sia del futuro e fare passi che non distruggano ma valorizzino l’esperienza umana nella accezione più grande, pur dentro le evidenti diversità.
E’ proprio la Diversità che rende più acuto il pensiero e sfidante l’ingegno dell’uomo.
Bruno Calchera
Direttore Responsabile