Con immenso piacere ho letto l’articolo di Davide Illarietti sul Corriere della sera del 23 Ottobre 2016, nell’inserto milanese (peccato non fosse nel “nazionale…”) l’articolo intitolato:

«Aziende per un “mondo migliore”. Adesso nello statuto entra l’etica».

 

E’ una rapida panoramica della evoluzione stessa della CSR così come sta avvenendo nel nostro paese, una rapida trasformazione verso forme di partecipazione e di affermazione di principi, ben precisabili negli stessi statuti delle aziende.

Affermazioni che trattano di “principi di uguaglianza” , di “mondo migliore”  di “società più equa”. Queste aziende, con queste novità di impegno  si chiamano Società Benefit.

“Srl, Spa, Snc, – quindi aziende profit – che si impegnano nero su bianco a favore del bene comune.

(l’Articolo di Illarietti comparirà nel sito, nella sezione Documenti).

 

Ma perché questa novità è importante?

Noi di CSROGGI lo stiamo ripetendo da mesi: la realtà economico-aziendale è cambiata. L’organizzazione di una società cambia se introduce anche nuovi principi cui attenersi.

E’ una scoperta che ha il sapore istintivo della astrattezza, ma che rivela sua faccia molto realistica alla prova dei fatti. E parecchie testimonianze lo provano.

La vera distorsione aziendale è stata quella che ha prodotto i guasti che sono davanti agli occhi di tutti. Non è vero che una  azienda operi meglio senza CSR. Vediamo:

  • Una esasperata rincorsa del denaro ad ogni costo.
  • Un cattivo uso dell’ambiente a scapito della comunità e della gente.
  • Un impoverimento delle risorse naturali per incrementare i profitti a dismisura a beneficio di pochi.
  • Una cattiva relazione con chi lavora, nella fabbriche, negli uffici, nella agricoltura e una conseguente marginalizzazione della persona e delle sue relazioni umane.
  • L’idea del successo ad ogni costo, con la sua manichea filosofia che il bene sta da una parte sola, dove c’è denaro e potere.
  • Un abbandono dello stato sociale, una dimenticanza del territorio in cui si opera, per cui le città, i paesi dove sono nate molte avventure economiche non potevano reggere la presenza di fabbriche pensate e gestite lontano e spesso all’estero.

 

Ci sono stati imprenditori e amministratori illuminati, da Adriano Olivetti a Pietro Barilla, da Ferrero a Caprotti, dai De Cecco ai Cucinelli, fino a Bill Gates e a Steve Jobs.

Ma gli esempi, vincenti in ogni caso sono ancora pochi.

 

In Italia ad esempio alcuni settori della Economia, quella della Finanza o delle Banche, non offrono moltissime testimonianze di attenzione al bene sociale, ( vi sono progetti, bandi, ma spesso, se non come eccezioni importanti, CARIPLO ad esempio, i progetti sono definiti dal committente e raramente sono una apertura al luogo)  ed è proprio il distacco dalla gente e dalla area territoriale, che impedisce esperienze di nuova partecipazione sociale sostenibile.

La cura del prodotto, l’attenzione alle persone che lavorano, al territorio, è un patrimonio culturale delle Imprese e soprattutto lo diventerà per le PMI quando esse avvertiranno la necessità di attrezzarsi per migliorarsi attraverso la CSR per cogliere spunti di imprenditoria illuminata.

 

Dice l’articolista del Corriere : “Al civico 14 in via Pastrengo a Milano è infatti aperto uno spazio condiviso: il coworking YOROOM ha iscritto la responsabilità sociale e la sostenibilità tra i propri obiettivi aziendali” spiega il fondatore Luca Diodà.

Abbiamo voluto creare una casa per le aziende che seguono un modello di business attento alla comunità…).

 

Questo modello che viene dagli Stati Uniti, che ha quel sapore di etica moralistica tipica di una culturale protestante, ma è una osservazione parziale se si pensa che la prassi del “successo ad ogni costo “– assorbita in Italia – ha la stessa derivazione.

 

L’Italia, prima nazione del mondo, alla fine del 2015, con una piccola legge di otto articoli ha introdotto  il concetto di Azienda Benefit.

NATIVE è al momento la sola società di consulenza che certifica gli “standard benefit”.

 

Nella nostra esperienza pur breve da subito abbiamo valorizzato le Aziende che annunciavano l’edizione dei Bilanci Sociali e abbiamo riservato a codesti una rubrica dedicata.

La nostra cronaca e le notizie delle nostre news letters riprendono con metodo ciò che si fa in questa direzione e lo riceviamo da più parti: da associazioni che prima di noi seguono programmi di compartecipazione Terzo Settore-Azienda e seguiamo con particolare interesse le iniziative di aziende che fanno della sostenibilità economico-ambientale e dell’umanizzazione nella vita aziendale parametri di riferimento sempre rendicontati.

 

Infine è questa la Ragione che CSROGGI, da editore libero, chiede sostegno e collaborazione.

E’ un lavoro portato avanti da persone libere che hanno deciso di dare visibilità e attenzione a chi opera nel settore della Responsabilità Sociale delle Imprese con decisione e per una felice considerazione: se la CSR non crescerà come principio generale per ogni Impresa emergerà sempre più un mondo spezzato, che brucerà risorse utili, e verrà meno ogni tentativo di umanizzare il pianeta.

La storia della economia e della possibile ricchezza individuale e sociale passa anche da indicatori che pretendono di far parte di un Business Plan o di una programmazione, di una allocazione delle risorse in modo più complesso.

Il calcolo dei vantaggi finali non saranno solo quattrini per gli utili, ma ricchezza prodotta nell’ambiente, modalità di lavoro capace di salvaguardare le esigenze delle persone, condivisione che emerge da un dialogo reale, partecipazione attiva alla sostenibilità della impresa.

Bruno Calchera

Direttore di CSR OGGI

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