Il punto del Direttore

 

 

 

Vi sono alcune parole, che noi abbiamo definito LEVE che appartengono alla strategia per un percorso sostenibile in azienda. Le nominiamo:

Competitività
Innovazione tecnologica
Profitto
Socialità
Ambiente
Comunicazione

“L’innovazione è la base della sostenibilità. Solo creando nuovi prodotti e ideando nuovi processi si potranno offrire soluzioni performanti e allo stesso tempo rispettose dei delicati equilibri del nostro pianeta. Solo innovando i sistemi organizzativi si potrà guardare a un benessere condiviso e duraturo non solo per gli stakeholders ma anche ai collaboratori e per tutti gli stakeholders aziendali. Solo innovando si potrà rispondere in modo efficace ed efficiente ai cambiamenti ora non più derogabili”
(da “Comunicare la Sostenibilità, pag. 42, di M. Grazia Persico e Federico Rossi. Franco Angeli edizioni, Ristampa 2023, prima edizione 2016)

Aggiungiamo la parola Consapevolezza: nell’imboccare la strada buona, per scegliere i prodotti, Condivisione: anche con delle informazioni, Attenzione: al territorio e a tutti gli stakeholders, e infine Marketing e una buona Comunicazione e il percorso è pronto.

Siamo nel 2024. Gli autori di quel testo, probabilmente, non potevano immaginare un marasma di dati che giungono da Enti di Alta levatura spesso contradditori tra loro, dalla situazione politica inquinata dalle guerre in atto, e dal problema del reperimento delle risorse per procedere a processi di innovazione tecnologica necessaria.

Oggi vi sono Convegni, Ricerche di Mercato, Corsi universitari, Progetti, che in modo davvero operoso, cercano di indicare realtà di cambiamento possibile. C’è la consapevolezza del quadro di insieme che stiamo vivendo, senza pessimismo, ma si cerca di intravedere passi sostenibili, vie possibili di rinnovamento, applicazioni che hanno il potere di far avanzare la società.

Lo sguardo sul futuro resta incerto in chi confida in algoritmi di previsione.
I segnali della realtà spesso sono mortificanti.

C’è una crescita del malcostume dilagante. Le Leggi fanno i conti con una realtà complessa che manifesta un degrado così forte da risultare inutili. Persino migliaia di case sono abitate da abusivi senza la ben che minima possibilità di riqualificazione e di innovazione.  Ci sono anche le “furbizie” gestionali: è scandaloso, ad esempio, che si chiudano le fabbriche FIAT/STELLANTIS in Italia e il Board abbia deciso di costruire auto in Polonia, mettendo in cassa Integrazione i lavoratori italiani. Hai voglia di pensare al contributo del PNNR, quando ci sono grandi aziende che delocalizzano la loro presenza sul territorio.

Eppure vi sono esperienze innovative che andrebbero raccontate, relazioni tra soggetti diversi che aprono scenari di grande speranza.
Anche noi di CSROGGI abbiamo incontrato testimoni che ci hanno documentato quanto l’Agenda 2030 è centrale nel loro sviluppo sostenibile nel nostro recente Convegno in Università Cattolica del 18 Aprile. Speranze reali. Fatti inoppugnabili.

Peccato che queste storie non siano nelle prime pagine dei giornali e che tocchino molto raramente i media di ogni natura.
In uno Stato indebitato come il nostro, è complicato il cammino verso i grandi temi posti dalla sostenibilità: Economia circolare, riassetto ambientale, riuso e trattamento dei rifiuti, introduzione del digitale per ammodernare i processi, apertura di relazioni con gli stakeholders territoriali e con i soggetti interni, ecc…

Le direttive UE, come quella sul cambiamento degli immobili, offrono una idea di Europa che non merita quella simpatia che rende lieta la gente ad andare a votare. Eppure è evidente che un nuovo paradigma per superare la crisi del cambiamento sostenibile del pianeta dipende dalla politica oggi bloccata dalle divisioni.

Chi opera per l’incremento dello sviluppo sostenibile non è un guerrafondaio, ama le relazioni tra soggetti operanti in modo positivo e crede nel futuro pacifico e rinnovato del pianeta.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile CSROGGI

 

 

 

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