“Quando la patria chiama, io non mi tiro indietro”. Vincenzo Di Nicola non ha paura della retorica. Da poche settimane è il Responsabile per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale dell’Inps, consapevole della sfida che lo attende: “So di entrare in un sistema colossale, ma lento. Un po’ come un trattore. Lo scopo è quello di tramutarlo in una bella e formidabile macchina da corsa”, dice in questo colloquio cominciato su Linkedin, sviluppato via mail e concluso con una chiacchierata telefonica.
Retorica? Certo. Entusiasmo? tanto. Il personaggio va inquadrato nella sua storia e nella sua formazione. Nel 2013, dopo un decennio trascorso in Silicon Valley e la vendita della sua startup ad Amazon, lo aveva detto: “Sto cercando di capire come fare qualcosa di importante in Italia”. Tornato a casa comincia con un corso di informatica nel suo ex liceo di Teramo e per questo nel 2015 viene ricevuto dal presidente Mattarella, poi fonda la startup fintech Conio e ora, a 41 anni, entra nell’Inps, il più grande istituto di previdenza d’Europa. Dai pagamenti digitali e il bitcoin alle pensioni. Un salto quantico per lui ma anche per il sistema che lo accoglie.
“In questi giorni sono sleep deprived. Mi sembra di essere un bambino che è entrato in un luna park: eccitato di fronte a tutto quello che c’è da fare ma preoccupato di fare indigestione di caramelle e dolciumi”. Attacca Vincenzo, che porta in Italia la cultura del civil servant: fare qualcosa di importante per la tua comunità, per il tuo Paese. “Puoi farlo con un’impresa privata e io ci sono riuscito con Conio, che è un’impresa di successo dove ho potuto assumere alcuni dei giovani che hanno seguito i miei corsi. Ma se puoi farlo nella Pubblica Amministrazione, l’effetto sarà ancora più potente. Ecco perché ho deciso di accettare la sfida Inps”.
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