Il punto del Direttore

 

 

 

Lo Europe Sustainable Development Report 2021, pubblicato a Dicembre scorso offre una panoramica sul percorso compiuto dai paesi UE e Regno Unito relativamente alla Agenda 2030.
L’emergenza COVID ha impattato negativamente sull’aspettativa di vita, sulla occupazione e sulla povertà.
Gli stati dell’Unione hanno registrato un calo nel progresso degli indicatori di sviluppo sostenibile (SDGs).
Porre fine alla Pandemia è stato in questo periodo il prerequisito per accelerare il progresso anche dei 17 obiettivi dell’agenda.
Nel Rapporto è indicato anche un ranking di valutazione sullo score degli indici SDG, in cui al primo posto troviamo la Finlandia con un indice pari all’80,8 e di seguito i paesi del Nord d’Europa.

L’Italia è al 23° posto, con una valutazione 63,6, preceduta da Spagna e Ungheria. Molto distanziata la Turchia ( 55,7).
L’approfondimento sullo stato degli SDGs segnala che il GOAL 2 rappresenta la sfida maggiore (Sconfiggere la fame) – è interessante questo dato perché si tratta dell’Europa e probabilmente il fenomeno migratorio incide decisamente, ma è anche presente l’impoverimento generato dal COVID.
Anche il GOAL 12 (consumo e produzioni responsabili), il GOAL 13 (lotta contro il cambiamento climatico) il GOAL 14 (Vita dell’acqua) e del GOAL 15 (Vita sulla terra) presentano un andamento negativo.
Un ulteriore approfondimento del Rapporto mostra degli squilibri tra il nord ed il sud dell’Europa.

Come è possibile con risorse limitate procedere ad una innovazione, ad un cambiamento sostanziale, così come richiesto dagli indicatori della Agenda 2030?
Le risorse hanno dimostrato il loro limite, nonostante l’impegno europeo teso alla trasformazione dell’impianto economico dello sviluppo sostenibile.
L’aumento dei prezzi – qui la politica internazionale ha grandi responsabilità – riduce l’impatto per l’Italia del PNRR.  Non c’è prodotto infatti che non abbia subito un aumento di prezzo considerevole. L’assenza di risorse essenziali per il funzionamento delle fabbriche, ha avuto l’effetto di una ricaduta sui prezzi in modo spropositato e inimmaginabile.
Sarà ben difficile rivedere un riposizionamento di questi ultimi ai livelli del primo trimestre del 2021.
Già si vedono gli effetti proprio in Italia: le cronache dicono che gli appalti, assegnati per il PNRR con determinate cifre di spesa, sono ora inadeguati e le aziende aggiudicatarie chiedono un allineamento alla nuova situazione.
Ma è lo stesso Governo che dovendo avviare nuove gare si trova a fare i conti con un mutato sistema dei prezzi e con una recrudescenza del COVID attraverso la variante Omicron.
L’indispensabile richiesta di Ristori giunge da più parti.

E’ una crisi duplice: di tenuta del sistema per il costo delle materie prime e per il venir meno di importanti settori dell’economia piagati dagli effetti di COVID.
Non è una situazione italiana, ma mondiale.
Paradossalmente non si conoscono i dati di sviluppo di due grandi potenze che giocano un peso particolarmente importante nella esportazione di materie prime, che sono la causa prima dell’aumento improvviso dei prezzi.

La Cina ha fatto incetta di materiali strategici presenti nelle terre rare in ogni parte del mondo e la Russia attraverso un politica ricattatoria, da una parte riduce la trasmissione in occidente di gas naturali e dall’altra mostra un volto aggressivo rispetto agli stati confinanti.
I dati di riferimento sulla Agenda 2030 di questi due paesi sono molto aleatori: si pensi che la Cina ha dichiarato durante COP26 che il carbone risulterà fonte primaria di riferimento energetico ancora per altri 30 anni.
Russia e Cina non offrono una situazione paragonabile a quella occidentale sulle iniziative anti COVID: il vaccino Sputnik non dà garanzie di tenuta nel tempo e la Cina sembra preferire il Lockdown per combattere la pandemia. I suoi vaccini non hanno ottenuto una validazione dall’AIFA.

Il rapporto consiglia all’UE di redigere, attraverso la Commissione Europea, una nuova modalità con tempistiche per riaffermare il ruolo della Agenda 2030.
Il coinvolgimento della Società civile è indispensabile: il tasso informativo non è sufficiente: la comunicazione è ancora una leva di marketing tesa per fare ricavi immediati e non è strategica per gli obiettivi dell’Agenda.
Infine la Banca Europea non può esimersi da riparametrare la spesa per ogni singolo Stato per i PNRR in funzione sia dell’aumento dei prezzi generalizzato sia dell’andamento del COVID e delle sue varianti.
Il COVID-19 è un Virus mutevole, aggressivo, i cui effetti spesso sono sconosciuti. Invincibile. Cioè non abbiamo trovato il modo di fermarlo, ma di rallentarne la diffusione.
Questa debolezza dell’Europa ed anche degli Stati Uniti su questi due temi, mostra l’enorme difficoltà delle Istituzione Democratiche.

Stati dittatoriali come Cina e Russia – per non aggiungere il Kazakistan e la Corea del Nord ed altri paesi in Africa e Asia – hanno buon gioco per disattendere ogni traguardo posto dall’ONU per evitare la catastrofe planetaria. La debolezza dell’ONU e degli stati occidentali non lascia tranquilli immaginando un possibile Sviluppo Sostenibile e una coesione sociale tale da sconfiggere non solo il cambiamento climatico, ma addirittura la stessa pace sociale nel futuro.

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

 

 

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