Il punto del Direttore

 

 

 

Le giornate egiziane di COP 27 hanno programmato per la Finanza 26 eventi tra cui una tavola rotonda che ha visto il lancio di dell’iniziativa “Reducing the Cost Of Sustainable Borrowing Initiative” (Ridurre il costo del prestito sostenibile).
Il tema di fondo oltre alla qualità dell’avanzamento culturale del tema sono davvero i quattrini necessari per una trasformazione che salvi il pianeta entro il 2030-2050.
E’ stato fatto un appello per raddoppiare i finanziamenti necessari.
I numeri che spaventano per realizzare una “Finanza Verde” si stimano nel mondo tra i 4 Trilioni e i 7 Trilioni di Dollari. La misura è notevole, in un momento di gravi carenze finanziarie sembra di trattare in modo fantastico, impossibile, irreale.

Ha detto Guterres Segretario delle Nazioni Unite:” questa Conferenza delle Nazioni Unite sul clima ci ricorda che la risposta è nelle nostre mani. E il tempo scorre.
Stiamo combattendo. Stiamo perdendo! Le emissioni di gas serra continuano a crescere. Le temperature globali continuano a salire. E il nostro pianeta si sta avvicinando rapidamente a punti critici che renderanno il caos climatico IRREVERSIBILE.
Siamo su un’autostrada per l’inferno climatico con il piede ancora sull’acceleratore.”

Potevano essere meno chiare queste parole? Ci sono ancora dubbi su come andiamo a sbattere? C’è ancora qualcuno che se ne può fregare?
I costi attribuiti ai guasti provocati dal cambiamento climatico sono ingenti e certamente bisogna aggiungere uno zero a ciascuna di quelle cifre poste in evidenza per ridurre questa velocità distruttiva.
In Egitto ci sono tutte le nazioni, spesso anche le più inquinanti. Ne manca sempre qualcuna, ma il peso della politica mondiale è lì. E vanno fatti i conti: paese per paese.
Ad esempio il nostro paese ha aumentato in modo significativo il suo contributo ai finanziamenti per il clima nel corso di questi ultimi anni.

Giorgia Meloni ha detto in sintesi “Abbiamo triplicato il nostro impegno finanziario a 1,4 miliardi di Dollari per i prossimi 5 anni, di cui 840 milioni attraverso il “Fondo italiano per il Clima”.
E’ la prima piattaforma di investimento italiana specificamente dedicata all’impego di tecnologie pulite e all’adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo.
L’Italia sta quindi ripartendo il suo sostegno su entrambe le priorità. Nel 2020 il 56% dei nostri finanziamenti complessivi per il clima è destinato alle misure di adattamento mentre il restante 44% è stato destinato alla mitigazione. La Lotta ai cambiamenti climatici è uno sforzo comune che richiede il pieno impegno di tutti i Paesi ed una grande cooperazione.”

Ha riassunto gli impegni di Governi precedenti evidentemente non avrebbe potuto aggiungere altro di fortemente innovativo a livello finanziario davanti alla consapevolezza della Grande Crisi Generale che sta attraversando l’Italia dopo nemmeno un mese di governo.

Nell’analisi di Guterres ci sono altri dati poco confortanti: Nel 2030 invece di scendere di 1,5 gradi nel riscaldamento del pianeta è previsto un aumento che supera il 2%”.
Anche l’intervento di Macron è stato importante allorché ha richiamato USA e Cina a fare la loro parte nella battaglia contro i cambiamenti climatici aiutando in modo particolare i paesi emergenti oltre che a curare le proprie emissioni di CO2.
Biden infine ha annunciato un aiuto di 150 milioni di dollari per i paesi africani.

Qui mi pare importante fare una annotazione che entra direttamente nel contesto sociale e politico che stiamo vivendo.
Se gli aiuti all’UCRAINA sono giunti a miliardi di Dollari, Sterline ed Euro, la misura di 150 Milioni di Dollari all’Africa sembra davvero molto meno di una elemosina disimpegnata.
I conti sono semplici: quanto costano agli USA le devastazioni procurate annualmente dalle tempeste che hanno assunto una furia impressionante? Le vite umane perdute che valore hanno? E come non accorgersi che un grande cambiamento, la difesa del territorio, oltre a misure per minori emissioni di CO2 sono il bene della Nazione?
Fu Trump che parlò di sciocchezza – egli impugnò l’accordo di Parigi! – davanti ai cambiamenti climatici.  Cambiò idea molto tempo dopo.

Nella emissione di CO2 i paesi peggiori sono la Cina e gli Stati Uniti (questi ultimi con un 40% in meno rispetto alla Cina). Segue L’India con un 50% circa in meno rispetto agli USA. Poi la Russia con un 50% in meno rispetto all’India. In Europa la peggiore è la Germania con un 50% in meno rispetto alla Russia. Poi molte altre nazioni, come Iran, Arabia Saudita, Corea del Sud, Canada, Messico, Indonesia e Brasile con livelli simili alla Germania. Infine Regno Unito, poi Francia e infine l’Italia che precede Spagna e Polonia.
(Un numero di riferimento per calcolare le citate percentuali: quello della Cina: 9.838.754.028,00 Miliardi di Tonnellate di CO2, in cui l’Italia arriva a 355.454.172,00 Milioni di Tonnellate).

Una tragedia che si annuncia ed ogni COP che si ripeterà non farà altro che ripetere la liturgia che …siamo sull’orlo del Baratro … senza di fatto incidere molto.
Conoscere i fatti però serve: sapere che è scritta una fine inesorabile, un danno irreparabile ed un tempo entro cui operare è utile. La politica e l’economia devono convivere con l’esigenza del vivere e quella dell’innovare, del cambiare. Risorse da investire tutti insieme.

Qui la ragione è importante.
Diceva J. Guitton, uno dei più seguiti e importanti teologi del nostro tempo: “nella vita occorre sottomettere la Ragione alla Esperienza!”  I fatti dettano i comportamenti. Il giudizio sui fatti, cioè l’esperienza vissuta, non può che guardare ai fatti, registrarli, e decidere una azione con libertà. Un Movimento necessario!

Bruno Calchera
Direttore Responsabile di CSRoggi

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