Il punto del Direttore

 

 

 

Davvero pensiamo che i cambiamenti climatici ed il degrado ambientale costituiscono una tale minaccia che solo noi Europei possiamo risolvere?
La Commissione Europea ritiene che il Green Deal europeo “è la nostra ancora di salvezza per lasciarci alle spalle la pandemia di Covid-19 e 1.800 Miliardi di euro di investimento siano sufficiente per cambiare la nostra vita?”
Domanda: a che serve essere il primo continente a impatto climatico zero?
(Il riferimento è il piano d’azione della Commissione Europea del 24 Ottobre 2023)

Alcune informazioni sul piano:

  • Clima: diventare il primo continente a impatto climatico zero;
  • Energia: una transizione energetica pulita ed efficiente
  • Proteggere la biodiversità e gli ecosistemi;
  • Un sistema alimentare sano per la persona ed il pianeta;
  • Fornire trasporti efficienti, sicuri e rispettosi dell’ambiente;
  • Industria: una strategia industriale per un’Europa competitiva, digitale;
  • Ricerca ed innovazione per promuovere il cambiamento
  • Investimenti sostenibili per realizzare il Green Deal
  • Collegare il Green Deal ad esperienze di vita.

 

La sequenza degli obiettivi si chiude con il punto più importante: collegare ciò che si progetta alla vita reale. Pensiamo davvero che questi lavori di ricerca a tavolino possano avere uno sbocco nella realtà? Stimoleranno coloro che già hanno una mentalità sensibile e pronta all’innovazione. Gli altri?

Pensiamo alla manifestazione sindacale di venerdì scorso. Landini ha introdotto principi e comportamenti di riforma per i cittadini sulla base del Green Deal? L’oggetto del suo intervento era la manovrina del governo (fatta per metà in deficit). Il nostro Governo, il Parlamento, e gli stessi Sindacati hanno scordato le indicazioni dell’Europa? Vediamo l’opposizione che incalza il Governo perché tenga conto delle indicazioni del Green Deal? Il Green Deal è un testo ignorato da molti.

Un esempio: la Commissione pensa che in Europa dovranno essere piantati 3 miliardi di piante. Quante e dove in Danimarca? A chi sarebbe affidato tale compito in Italia? Con quali quattrini? Dove?

La sensazione che emerge dalle indicazioni della Commissione è che si speri molto nel PNRR, che invece di risolvere problemi nazionali di natura diversa, con compiti ormai dettagliati, debba usare quelle risorse come Piano d’Azione del Green Deal.

Non ci sono piani di sviluppo comuni tra le Nazioni. Le COP non hanno funzionato per il cambiamento, Non v’è una unità di sviluppo condiviso. Ognuno fa per sé. L’auto elettrica in Italia è un privilegio di pochi, ma è un sogno in Africa ed in Asia. Come i punti dell’Agenda 2030 dell’ONU sono obiettivi chiari, ma ogni realtà nazionale e sovranazionale li sta interpretando come vuole o come può.
Abbiamo notato la chiusura delle abitazioni in India per la presenza di uno SMOG pericolosissimo per tutti. Sappiamo come il carbone è un prodotto energetico presente nella maggior parte del mondo, in India è indispensabile anche se crea smog allucinanti.

Prandini della Coldiretti è un uomo che in più occasioni non ci ha entusiasmato, ma è ineccepibile la sua difesa del cibo italiano. Ha avuto problemi in questa difesa con alcuni colleghi di altri partiti.
Ci auguriamo che nascano Supermarket specifici per cibi trattati, o per leccornie derivate da vermi, grilli, scarafaggi e altri…

Il Green Deal sarà un grande libro di idee buone: preferiamo al libro dei sogni quello delle Buone Prassi. La raccolta di tutto ciò che ha migliorato l’Europa attraverso lo sviluppo sostenibile. Racconti e indicazioni di vie buone. Suggerimenti e passi possibili.
Noi di CSROGGI desideriamo solo documentare i cambiamenti innovativi che sono realtà.

Bisognerà diffidare già ora di quei programmi politici che fanno riferimento a questo Green Deal Europeo: in Campagna elettorale si dicono parecchie bugie, questi pensieri della Commissione sono fantasie operative, piani, progetti sulla carta, poco realismo. Buone idee da trattenere, da applicare appena si può.

 

Bruno Calchera
Direttore CSROGGI

 

 

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