Il punto del Direttore
C’è la realtà e ci sono gli obiettivi da raggiungere per salvare il pianeta e la vita delle persone.
Ci sono i programmi della Pubblica amministrazione e le iniziative dei privati, delle imprese, delle nazioni. Ogni anno si celebra una COP XX per fare il punto su degrado del pianeta e per constatare che non si è mai d’accordo su tutto. Una liturgia che si ripete.
L’ONU può fare programmazione ma alla fine non ha potere decisionale.
Anche gli stati fanno programmazioni, ma le cose, spesso, o sono pianificate male o si rivelano insufficienti.
Le aziende camminano con più celerità, ma i goal raggiunti sono limitati a quei progetti avviati.
Una buona idea è l’ECOBONUS ???!!!
Indubbiamente intervenire sull’edilizia abitativa in modo da renderla meno inquinante, più antisismica, con impianti fotovoltaici, cappotto termico, a spese dello stato è davvero una bella idea e un progetto da Babbo Natale.
Lo Stato paga le aziende edili la cittadinanza ne guadagna.
E’ uno stato “quasi etico” che si sostituisce come ente pagatore e punto di rifermento per aziende e persone.
Il punto irrisolto restano i costi e chi li paga. Gira e rigira i costi di questa bella trasformazione la pagano le tasse dei cittadini. Le Banche piene di debiti devono rivolgersi allo stato, e nel processo di possibilità di cessione del credito sempre lo Stato mamma deve accollarsi ogni pendenza.
E come accade spesso in occasioni simili che tutti ricordiamo si aggiungano i dritti, i truffatori, che fanno pagare lavori mai fatti allo stato (un volume che supera i 6 Miliardi di euro).
Il Governo Meloni ha chiuso i rubinetti per nuove possibilità di riqualificazione, pena l’accollamento del debito alle future generazioni per parecchi anni e con notevoli pesi finanziari.
Cosa accade oggi?
Il sollevamento di coloro che vedono svanire la politica di riqualificazione edilizia degli stabili.
Stefano Ciafani di Legambiente parla di “una incomprensibile decisione che stronca l’unica politica di riqualificazione edilizia. Il Governo toglie l’unico strumento fondamentale che ha permesso a migliaia di famiglie a basso reddito di riqualificare energeticamente la propria abitazione e ridurre costi della bolletta.”
Federica Brancaccio, presidente di ANCE afferma:” se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte di enti pubblici, che operano per risolvere una emergenza sociale ed economica, senza aver individuato una soluzione strutturale, migliaia di imprese resteranno senza liquidità ed i cantieri si fermeranno”.
Dario Costantini, Presidente della Confederazione dell’artigianato aggiunge: “quello che sta avvenendo in questi minuti è talmente grave che non l’avrei immaginato nemmeno nel mio peggior incubo”.
Le misure poste dal Ministro Giorgetti limitano la materia della cessione dei crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali. “L’oggetto del decreto – dice il Ministro – non è il bonus, bensì la cessione del relativo credito che ha potenzialità negative sull’incremento del debito pubblico.”
“Non ho mai visto – continua Giorgetti – una norma che è costata così tanto per così pochi. (…) L’incremento sulla base delle informazioni del primo semestre segnala uno scostamento ha parlato di un deficit complessivo di 37,8 miliardi sull’intero periodo di previsione” Il TG7 ha informato che si tratta di un deficit generato dal bonus di 110 Miliardi di Euro.
Infine il peggioramento per le imposte dirette – quelle che pagano i cittadini in rivoli diversi – compresi tra gli 8 e i 10 miliardi per ogni anno.
Il problema
Nel capitolo Industria 4.0 lo stato intervenne per il 33% per aiutare le imprese all’acquisto di materiali. Con L’Ecobonus ciascuno (inquilini, privati, aziende) poteva ristrutturare casa con lo stato che dava di più di quanto speso (110%). Ciascuno aveva crediti dallo stato. Questi potevano essere acquistati da Banche ed Enti pubblici. Le truffe avvenivano per richieste allo stato di lavori mai fatti, che privati o aziende chiedevano. Le banche indebitate fortemente dopo un po’ di tempo rinunciarono, intervennero Regioni e Comuni ad accollarsi il credito. Alla fine ecco il risultato: il debito dello stato è salito a 110 miliardi di euro.
E’ corretto che lo Stato paghi tutte le ristrutturazioni abitative? Perché? E che spenda anche di più è morale? Non era il caso di fermarsi prima?
Quando paga lo stato si è felici. Ma i soldi dello stato li mettono i cittadini con le tasse.
Qui si vede la leggerezza di chi legifera e la sua mentalità: Il pensiero: faccio una cosa che tutti gradiscono così prendo voti! Una mentalità che si ritrova in altri provvedimenti dei Governi Conte.
Sul versante della gestione e dei controlli di spesa Conte non ha dimostrato, con il suo Governo, una particolare eccellenza, se mettiamo insieme le molte iniziative da COVID in poi. Anche il Reddito di Cittadinanza ha rivelato la facilità alla truffa e a soldi spesi male, insieme a soldi dati per necessità inderogabili.
Va recuperata ora l’idea di cambiamento e di modernizzazione degli stabili, ma vanno poste le basi per una procedura che non pregiudichi la sana amministrazione.
Che lo Stato debba rinnovare case devastate da terremoti è importante; che la casa popolare debba essere umanizzata è un tema aperto da anni.
Infine che il PNRR non sia sufficiente per questa rivoluzione è opinione di tutti.
Siamo un paese povero e pieno di debiti.
Una prova è la recente finanziaria di 30 Miliardi.
Portata avanti per ridurre le spese energetiche e poco altro.
Noi che facciamo il tifo per un grande cambiamento innovativo del paese siamo sconcertati.
Non ci fanno piacere le grandi idee di marketing che sposando ideali creano debito diffuso e mettono in difficoltà i cittadini. Non ci fanno piacere i “salti in avanti” alla Sala di Milano, che per affermare la mobilità sostenibile, privilegia i ricchi che possono acquistare un’auto nuova e mette in difficoltà altri che non possono permetterselo.
Occorre avere relazione con la cittadinanza, i Municipi, le Associazioni di categoria e le associazioni sociali.
Fare perciò un piano casa senza indebitare una nazione, è il minimo che si chiede alla politica.
L’Italia non ha ricchezze per fare un Piano Marshall come accadde a fine guerra.
Quei quattrini giunsero dall’ America: noi eravamo in bolletta.
Oggi siamo pieni di debiti che vanno pagati.
Il Superbonus edilizio infine vive se le truffe sono praticamente impossibili e se lo stato, a nostro parere, aiuta l’investimento. Non si fa carico di tutta la spesa. A noi piace lo Stato Facilitatore e non lo Stato Pantalone. Lo Stato che opera in diversi settori e non va in bolletta per una sola causa.
Bruno Calchera
Direttore CSROGGI