Il punto del Direttore
Recentemente (il 13 Settembre scorso!) la Commissione Europea con 363 voti favorevoli e 226 contrari e 46 astensioni ha definito la sua posizione su nuove misure legislative per migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’inquinamento atmosferico e creare un ambiente pulito e sano per i 27 Stati membri dell’Unione Europea. Gli inquinanti indicati sono: Ossido d’Azoto (NO2) anidride solforosa (SO2) e ozono (O3).
Il nostro paese è uno degli Stati membri con la peggiore qualità dell’aria. Addirittura nella Pianura Padana, nel quadrilatero che va da Piemonte al Veneto passando per Lombardia ed Emilia Romagna, si raggiunge spesso il primato a livello europeo sulla qualità dell’aria.
Eppure proprio i presidenti di queste quattro Regioni si sono opposti ufficialmente alla proposta di revisione della Direttiva, sostenendo l’impossibilità di adattarsi ai parametri richiesti. Un presidente ha detto “la normativa UE pone un obiettivo di valore legale per noi irrealistico. Per raggiungerlo dovremmo ricorrere ad una drastica riduzione delle nostre attività. Eliminare il 75% delle attività produttive e impedire la circolazione dei ¾ dei veicoli che oggi circolano”
Per incoraggiare il cambiamento l’UE dà i numeri dei morti che ogni anno sono provocati dagli agenti sopra menzionati (nel nostro Paese da 72.000 a 42.000 morti) Sono numeri impressionanti.
I decessi in Italia nel 2022 sono stati 713.499 e circa 165.800 per malattie cardiovascolari e almeno 140.000 per tumori. Sono le cause di morte più forti e insieme rappresentano più del 40% delle cause di morte.
I dati di incidenza delle morti per fattori inquinanti non sono dettagliati dal Ministero della Sanità, dobbiamo ritenere che l’inquinamento favorisce malattie tumorali e cardiovascolari ed altre ancora, ma in che misura non ci è dato di sapere. Pertanto oggi chi dà numeri non è censito dal Ministero della Sanità in Italia, esagera in ogni modo.
Il tema della relazione tra “fa la cosa Giusta!” e “fa la cosa Possibile!” genera un dibattito di difficile soluzione. Si tratta di due soluzioni che si scontrano: Ideologia Vs realtà. Il pragmatismo delle Regioni del Nord, che traina l’economia italiana, si scontra con la spinta morale di evitare le morte per agenti inquinanti.
Cosa è accaduto in Italia?
In nome del pragmatismo le fabbriche inquinanti – le più grandi – hanno iniziato, quasi tutte, un percorso di cambiamento strutturale per limitare le emissioni dannose.
La burocrazia pubblica ha scelto altre vie: in molte località si è accanita sulle auto attraverso l’introduzione di aree ZTL con divieti di circolazione per le auto. In questo ultimo caso il fallimento è documentato dalla non diminuzione dell’inquinamento dell’aria.
Come il tentativo di trasformare gli italiani in ciclisti come in Olanda. Le vie dedicate si sono scontrate con la manutenzione delle strade, difficoltà di collegamenti e passaggi, poco usati i molti parcheggi bici e monopattini, questi ultimi oggetto di ulteriori riflessioni per l’inadeguata normativa e i molti incidenti.
Va dato atto però che le buone intenzioni meritavano più consapevolezza generale di ciò che veniva messo in campo. Anche il Bonus del 110% per la ristrutturazione case poteva essere uno strumento di attenzione all’ambiente e alla diminuzione di CO2. Ma non era uno strumento pragmatico, perché gli utenti che hanno avuto accesso erano una piccola percentuale di beneficiari e lo Stato non ha retto.
E’ accaduto oggi che il dettato europeo è stato brandito da minoranze ideologicamente ben attrezzate e finanziate che in più volte hanno posto lo spauracchio della morte per inquinamento. Probabilmente la vita delle persone in Italia è attaccata a diverse soluzioni e forme economiche di trasformazione e di fattibilità. Il territorio va guardato, insieme alla sua popolazione, con lucidità prima di avviare soluzioni. Buon Senso e Realismo aiutano a scegliere per il meglio.
Per offrire un quadro utile delle necessità viene a fagiolo l’undicesimo incontro in Università Bocconi “Il Salone della CSR e l’Innovazione sociale” nelle giornate dal prossimo 4 5 e 6 ottobre.
I partecipanti al Salone, in moltissimi casi, sono i referenti di Aziende medie e grandi. Essi raccontano le innovazioni ed i progressi nella trasformazione che hanno realizzato nel corso dell’anno o in un certo lasso di tempo.
Si può finalmente conoscere com’è la realtà economica del nostro paese, in tutti i suoi settori e come la Sostenibilità è divenuta importante in ogni settore dell’Impresa.
Il dibattito tra giusto e possibile in questo caso si fa comprensibile: il giusto diventa il prossimo progetto ed anche l’indicazione della sua strada e il possibile è rappresentato dai dati di realtà che si possono documentare.
La trasparenza diventa il cuore della comunicazione: i tentativi – anche quelli non riusciti – diventano strumento informativo. I successi e le esperienze derivate da buone prassi, un incoraggiamento a rischiare e a fare un passo in più.
Con questo auspicio noi di CSROGGI auguriamo un chiaro successo a questo Salone, punti di riferimento centrale per chi è sensibile alla realtà e alla sua trasformazione virtuosa.
Bruno Calchera
Direttore CSROGGI