E’ quasi trascorso un anno dalla nascita di questo portale. Ci fa piacere constatarne il gradimento e soprattutto siamo lieti di aver affiancato a questo sito una newsletter a cadenza quasi settimanale ed un magazine che sta per vedere la luce.
Insomma il nostro impegno per diffondere la cultura della CSR sta proseguendo senza tentennamenti.
E siamo sempre più convinti che questa sia cosa buona e giusta. Ci capita di frequente, quando parliamo con amici di Sostenibilità, di intercettare uno sguardo interrogativo con una domanda inespressa: “Ma cosa è?” e poi anche “Ma chi la pratica?”.

In effetti della CSR sanno tutto gli addetti lavori, ma il grosso pubblico, che spesso ricorda solo l’aiuola il cui verde è dovuto all’azienda XY, ha idee confuse e spesso contraddittorie. E tante, tantissime, aziende guardano il tutto con l’occhio sospettoso di chi teme di essere coinvolto in impegni improduttivi.
E soprattutto oggi si è capito che non è così.
Impegnarsi nella sostenibilità sociale vuol dire non solo essere positivi per le cose e le persone che hanno a che fare con l’azienda, ma anche fare il bene dell’azienda stessa.
Però queste cose vanno dette, vanno raccontate e spiegate.
Vanno fatte conoscere.

Oggi le aziende, in Italia, sono guardate ancora, in genere, con sospetto. È irrazionale e illogico, ma questa è la mentalità comune: “siccome tu guadagni pensi a te stesso e alla tua famiglia e quindi dai un’impressione negativa”. L’applicazione della CSR permette di svolgere un importante cambiamento culturale: “il tuo lavoro di imprenditore produce ricchezza per te, certo, ma anche per gli altri e per questo il tuo è un ruolo positivo”.

E poi vogliamo fare un’altra osservazione?
L’Italia ha una vecchia, vecchissima, tradizione di mecenatismo e di attenzione “agli altri”. E, come ci ha detto Mauro Parolini, assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia in una interessante intervista che pubblicheremo quanto prima : “l’Italia da questo punto di vista è sempre stata all’avanguardia.
I nostri ospedali sono tutti nati, nei secoli scorsi, da gesti filantropici. E, anche se non sempre lo si sa, oggi gli ospedali pubblici gestiti da Regione Lombardia continuano a ricevere donazioni da privati ma anche, molto spesso, da imprese per attività di ricerca o per l’acquisto di macchinari. In altri Paesi e negli Stati Uniti se ne parla di più anche e soprattutto per questioni di opportunità: non è esattamente una maggiore propensione alla generosità, è più un’esigenza di crearsi un’immagine positiva che permetta di non doversi sentire obbligati a fare con la propria azienda qualcosa che sia utile per il mondo”.

Ma, ancora una volta lo ribadiamo, tutto il buono che già si fa va fatto conoscere per contribuire a fornire un orientamento culturale che, alla fine, genera cose positive per chi è attore e per chi è fruitore.
Noi di CSR oggi lo sappiamo bene.

Ugo Canonici
Partner CSRoggi

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