L’editoriale

Ogni tanto vale la pena fare il punto sul tema Sostenibilità.

Mi riferisco sia ai passi sullo sviluppo in chiave sostenibile, sia al linguaggio, alle novità e alla comunicazione.

Trattare specificatamente di CSR attraverso specifici contenuti è difficile: le strade della sostenibilità avviate sono diverse e molte dipendono dai soggetti, dai protagonisti che hanno avviato progetti, che hanno in comune il sincero desiderio di migliorare la qualità della vita delle persone in ogni parte del mondo.

Ci permettiamo comunque di fare alcuni rilievi.

Le azioni che fanno capo all’Agenda 2030 sono comprese da tutti? Sia a livello Istituzionale, sia a livello particolare, si può dire che il concerto di queste attività sia patrimonio comune?

Evidentemente la cosa è impossibile.

Prendiamo atto che i tentativi sono moltissimi, che hanno obiettivi diversi ma che posti in matrice danno un risultato importante che ci fa riflettere: le iniziative viaggiano spedite, agevolate anche da contributi legislativi, da investimenti economici che si rivelano convenienti, da decisioni di chi vede un’urgenza, una convenienza, una necessità.

L’iniziativa sostenibile si rivela spesso utile, quasi indispensabile per accrescere reputazione e una forte propensione alla solidità economica e sociale.

I processi di cambiamento sono compresi da molti, ma non tutti li percepiscono.

È come se una parte di mondo stesse correndo in una direzione, che genera innovazioni, e un’altra parte, la più grande, fosse ancora alle prese con vecchie regole, schemi mentali e comportamenti superati dal tempo, e non capisse tutto, ma solo poche cose.

Un primo accenno che va segnalato e che genera questo il distacco è proprio il linguaggio.

Il linguaggio di chi vive dentro processi che implicano temi quali la CSR o la Responsabilità Sociale di Impresa mostra una distanza importante dal linguaggio comune.

Sembra che uno sforzo divulgativo generale sia lontano ancora ad accendersi, tranne ovviamente le mille eccezioni. Ad esempio alla fine degli Anni ’50, ai tempi della “nascita” del marketing in Italia, si era creato uno iato simile: un mondo molto circoscritto capiva tutto e un altro non comprendeva nulla.

Di solito è il portatore d’interesse innovativo che ha la responsabilità di farsi capire.

Il linguaggio non è un monopolio per condividere con pochi implicati, ma la forma di comunicazione utile per dare ampia informazione. E la Sostenibilità ha bisogno di ampia comunicazione.

Non si tratta di informare sui nuovi dati per fare un Robot, ma di applicare la Agenda 2030. Insieme. Per salvare il pianeta.

Oggi occorre fare di più, anche perché la sostenibilità appiccherà il suo fuoco se sarà patrimonio culturale diffuso.

Non c’è una classe di primati che possa sentirsi più avanti di altri solo perché ha iniziato un percorso prima di altri introducendo sigle, linguaggi, nuovi significati, termini, che solo pochi intimi devono conoscere.

Gli spot pubblicitari introducono ora sempre di più la parola Sostenibilità.

È dimostrato che ogni persona vi attribuisce un senso diverso: ad esempio: buono e naturale, meglio concepito, economico, a buon prezzo, utile all’ambiente, ecc…

A questo linguaggio si affianca quello tecnico-specialistico.

Questo evidentemente riservato a pochi stakeholder, definiti, unici deputati alla comprensione.

La rivoluzione sostenibile è però una faccenda che riguarda tutti.

Infine c’è la Comunicazione. È necessario scegliere i media più utili.

I media che aiutano a capire, che fanno da ponte tra le informazioni specialistiche e quelle ad ampia divulgazione.

La comunicazione è fatta di sintesi e di riflessione e approfondimento.

Quest’ultima avviene attraverso il Racconto.

Il Racconto dell’esperienza, della storia, quello che descrive i fatti e ne dice i perché.

In un incontro recente Marco Tronchetti Provera, A.D. Pirelli, ha detto: «tutto parte da un racconto. Un racconto che inizia oggi, un racconto che è iniziato nel passato, ma è da un racconto che si inizia».

La Sostenibilità ha bisogno sempre più di racconti, di esperienze, di vicende che fanno storia, di avventure che si stanno vivendo, di fatti che documentano cambiamenti e di pensieri sui progetti che nascono dalla vita.

La Sostenibilità è un patrimonio della conoscenza di tutti per vivere. E vivere meglio!

Bruno Calchera
Direttore Responsabile di CSRoggi

(da CSRoggi Magazine, anno 4, n.3, Luglio 2019, pag. 2)

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