Entrambe le direttive europee hanno l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e la trasparenza nella gestione
degli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) lungo l’intera catena del valore delle organizzazioni.

 

A novembre 2022, con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), l’Unione Euro­pea ha inaugurato un’era di tra­sparenza e responsabilità riguar­do la sostenibilità. Questa nuova regolamentazione coinvolgerà ol­tre 50mila imprese europee, im­ponendo obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità e facilitan­do il passaggio verso un’economia più sostenibile. Nel frattempo, il Parlamento Europeo si appresta a votare, nel secondo trimestre del 2023, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Quest’ultima mira a imporre alle grandi aziende dell’Unione – e non solo – l’istituzione di pratiche di due diligence obbligatorie per identificare, prevenire, mitigare e, infine, eliminare gli impatti negati­vi delle loro attività sui diritti uma­ni e sull’ambiente.

Entrambe le direttive hanno l’o­biettivo di aumentare la consapevolezza e la trasparenza nella ge­stione degli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) lun­go l’intera catena del valore delle organizzazioni. Ciò è di importan­za fondamentale poiché spesso le aziende sono in grado di dimostra­re responsabilità e trasparenza su temi importanti come l’ambiente, il sociale, i diritti umani e il welfare aziendale, la lotta alla corruzio­ne e alla concussione all’interno del proprio perimetro, ma fatica­no a dimostrare altrettanto lungo la propria catena del valore. Ciò è particolarmente rilevante poiché, per esempio, per molti settori fino a 11’80% dell’impronta ambienta­le di un’azienda può derivare dalla propria catena di fornitura.

Sfide inedite per le aziende
Le nuove regolamentazioni comporteranno implicazioni signi­ficative anche per le aziende for­nitrici non soggette dalla CSRD. Esse dovranno affrontare sfide inedite e cogliere le opportunità offerte da queste nuove norma­tive. Ad esempio, la CSRD richie­derà alle aziende di rendicontare gli impatti ambientali e sociali lun­go l’intera catena del valore, il che significa che esse si rivolgeranno ai propri fornitori per la raccolta e la divulgazione di dati accura­ti. In particolare, i fornitori ad alto impatto ambientale saranno criti­ci per la misurazione dell’impron­ta ecologica lungo tutta la catena del valore e per identificare le op­portunità di miglioramento am­bientale di prodotti e servizi.

Inoltre, le performance ambien­tali e sociali dei fornitori influenze­ranno direttamente quelle delle aziende soggette alla CSRD. Que­sto comporterà la richiesta di ese­cuzione di audit e valutazioni pe­riodiche dei fornitori per garantire il rispetto degli standard di soste­nibilità, il che comporterà la ne­cessità dei fornitori di rafforzare i propri sistemi di gestione interna per assicurare la conformità alle ri­chieste dei clienti.
Verranno inoltre istituite part­nership tra i vari attori commer­ciali atte ad affrontare i rischi e le opportunità ESG lungo la catena del valore e a formare i dipendenti su questioni di sostenibilità, pro­muovendo pratiche di approvvi­gionamento responsabile.

Opportunità di miglioramento
Sebbene le nuove normative presentino importanti sfide, esse offrono anche evidenti opportu­nità di miglioramento, a partire dall’incentivo da parte di entram­bi, clienti e fornitori, a migliorare la sostenibilità delle proprie ope­razioni, dalla riduzione delle emis­sioni e dell’utilizzo di acqua ai pro­cessi di smaltimento dei rifiuti, ol­tre a promuovere un trattamento equo dei lavoratori e condizioni di lavoro sicure e salutari. Inoltre, esse permetteranno ai fornitori più virtuosi di valorizzare il proprio impegno nei confronti delle que­stioni ESG. I fornitori con ottime performance saranno infatti più attraenti per i clienti, contribuen­do a migliorare la loro reputazione e a creare valore a lungo termine. Infine, il nuovo panorama favorirà le possibilità di collaborazione, permettendo di sviluppare e im­plementare standard di sostenibi­lità a livello di settore, condividere le migliori pratiche e tecnologie e impegnarsi in azioni di sensibiliz­zazione e responsabilità collettiva.

In conclusione, l’introduzione della CSRD e della CSDDD pone nuove sfide e opportunità per le PMI e i fornitori nel contesto della catena di fornitura.
Per affrontare con successo queste sfide, le aziende dovran­no adottare un approccio proat­tivo nella raccolta e divulgazio­ne dei dati, rafforzare i sistemi di gestione interna e lavorare con i partner commerciali per affronta­re i rischi e cogliere le opportunità che si presenteranno. In un mon­do sempre più attento all’impatto sociale ed ambientale delle attivi­tà produttive, tali sfide e opportu­nità rappresentano una pietra mi­liare nella costruzione di un futuro più sostenibile e responsabile.

di Isabella Manfredi
CSR Manager Feralpi Group

(da CSRoggi Magazine – Anno 8 – n.2 – Aprile/Maggio 2023; pag. 6)

 

 

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