E’ raro, ma mi è accaduto, incontrare un imprenditore che per prima cosa ti dice: “faccio una Società Benefit perché desidero inserire nello statuto che il fine di tutto il mio lavoro è migliorare la vita della gente, che lavora con me e nel mondo. Se il mondo non cambia – ha continuato – non cresce la civiltà ed io nato in Italia, cresciuto in un ambiente cristiano, cattolico, penso che serva una Nuova Evangelizzazione.”

Si potrebbe dire che la cosa sembra esagerata e per certi versi non priva di qualche eccessiva pretesa. Se non fosse Evangelica. Dice infatti Gesù: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28,19).

In una società come la nostra poi solo il sentore di proselitismo fa rizzare i capelli, e pare più rassicurante – e non lo è assolutamente- mantenere un atteggiamento distaccato da ogni appartenenza religiosa: le religioni sono pericolose, si sente dire. Si dimentica che senza i monaci benedettini – ora et labora – non ci sarebbe la civiltà occidentale e la stessa eredità culturale di cui ora tutti godiamo.

Ma tornando a quell’imprenditore: lui ha citato precisamente che farà una Società Benefit.

 

Restando all’argomento bisogna innanzi tutto capire: cosa è una società Benefit.

La legge N. 302 del 28 Dicembre 2015 ai commi 376-384 riferita alla Legge di Stabilità del 2016 in GU del 30 Dicembre 2015 lo precisa in modo chiaro.

Nel Comma 376 precisamente: ”Scopo è promuovere la costituzione e favorire la diffusione di società di seguito denominate “ Società Benefit” che nell’esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguano una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, …”

 

Quello che si pone come “il nuovo “è questo: oltre agli utili si perseguano più finalità in modo congruo e perciò trasparente.

I missionari vanno per il mondo ad evangelizzare, l’imprenditore che ho incontrato intende costituire una azienda che si comporti come i missionari.

Il come realizzarlo è un problema suo, il risultato dovrà essere conforme alla Legge citata e dovrà trovare anche tra i collaboratori una decisa spinta verso lo scopo che si prefigge.

 

Ma cosa sappiamo di Società Benefit oggi? Chi ne tratta? Con quale comunicazione?

Vi sono state anche l’anno scorso tentativi nobili per informare che qualche cosa di nuovo era entrato nell’ordinamento italiano, ma non si è ben capito se la cosa suscitava interesse.

La trasmissione REPORT ha dedicato all’argomento una intera puntata.

Sono usciti articoli su parecchi giornali e cito Il Sole 24 Ore, vi sono stati incontri (il salone della CSR in Bocconi dell’ottobre 2016) e persino convegni ed incontri a Montecitorio.

Alcune aziende hanno iniziato a operare su questo filone ma il loro numero è ancora molto piccolo.

Ma perché conviene essere una Benefit?

Proviamo a tracciare i vantaggi:

  • Una impresa che opera cambiamenti, dando valore all’umanità, al suo vivere, al luogo in cui opera svolge un ruolo sociale. Il business stesso risulta orientato. La stessa economia trae spunto dal sistema valoriale introdotto. La stessa organizzazione del lavoro, impostata su principi così ben definiti non potrà che operare con risorse umane ben motivate, sensibili agli orientamenti ben esposti. In un tempo di monetizzazione del lavoro così esasperato il tracciato della Benefit risulta caricato di un obiettivo intangibile che valorizza il fare, il tempo, l’economicità, il welfare, il territorio e le relazioni interne ed esterne.
  • Non è necessario per sentirsi utili alla società donare una parte degli utili ad opere non profit. Occorre approfondire il significato del mandato statutario per rinvenire i benefici sociali cui approcciarsi per condividere o per promuovere nuovi interventi.
  • La reputazione di una azienda cresce con il proprio sistema valoriale: più esso è ben espresso, più sono chiare le finalità aziendali, riscontrabili, note a chi opera e agli stakeholder, più i consumatori, i collaboratori, la stessa società valuterà con responsabilità la nuova avventura della Benefit.

Non è difficile immaginare quanto crescerà la reputazione in clima di trasparenza, quando sarà ben comunicata ogni finalità innovativa e ogni sviluppo della stessa organizzazione di lavoro. Nel servizio della Gabanelli di Report si è vista una azienda italiana SB (Società Benefit) che non aveva orario di lavoro per i dipendenti. I lavoratori erano talmente responsabilizzati che risultavano superflue le indicazioni di orario e persino le indicazioni di responsabilità specifiche.

A tutti era chiaro il proprio ruolo, il compito, le metodologie e l’obiettivo.

  • Le società Benefit potrebbero incontrarsi. Fare gruppo. Cioè verificare i diversi obiettivi con la consapevolezza di poter collaborare efficacemente.

E se il nuovo fosse solamente il porre una finalità virtuosa e NON solo l’economia basata sugli utili?

Le Associazioni imprenditoriale sono indispensabili, si pensi alla importanza dei rapporti con il Governo e il Sindacato. Argomenti come salari, orari, agevolazioni, potere d’acquisto, pensioni, ecc.. segnano la vita di tutti.

Immaginiamo però un altro gruppo di aziende, quelle Benefit che operano coinvolgendosi.

Diversi obiettivi finali, una diversa organizzazione, dialoghi sui valori, impegni comuni su certi valori. Nella società potrebbe entrare “qualche cosa di umano” che manca. I numeri della economia, ed anche i numeri che spiegano i valori.

Dal ROI allo SROI. (Social Return of Investment). Argomenti sul tavolo di confronto che cercano il bene comune e lo dettagliano. Ambiente, vita aziendale, desiderio, qualità della vita, relazioni con gli stakeholder, finalità concrete e misurabili, trasparenza, ecc. … Argomenti sul bene comune di natura nuova.

Le SB fioriscono negli Stati Uniti e l’Italia è il primo paese d’Europa che ha recepito il valore delle Benefit.

Si potrebbero ora fare i grandi nomi di capitani d’industria che hanno lasciato in eredità non solo sviluppo economico, ma una umanità impegnata all’interno e all’esterno della Impresa.

La Società Benefit rende umanizzato il processo di lavoro.

 

Le start-up lo hanno capito certamente, e per prime, sono pronte per essere aziende benefit a tutto tondo. Approccio creativo, la possibilità come metodo, la molla del desiderio, un essere insieme per innovare valorizzando ciò che è utile e buono, immaginazione sono caratteristiche dell’uomo pieno di visione e desideroso di intervenire per vivere bene e migliorare la vita di tutti, certo…facendo anche dei quattrini.

Uno sbocco sociale sostenibile, un processo che tende a innescare una cultura nuova dell’umano lavoro.

 

Bruno Calchera

Direttore Responsabile di CSRoggi

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