Il punto del Direttore
C’è grande attesa per vedere se gli impegni posti nel PNRR verranno accolti e se le modifiche annunciate dal Governo saranno accettate dalla Commissione Europea.
Non si può che attendere e sperare nel realismo: un Piano fatto da un governo (Conte), proposto da un altro Governo (Draghi) con le specifiche operative e ora gestito da un nuovo governo (Meloni). Non mi pare una partenza tra le migliori, basti pensare che le visioni di Conte e della Meloni sono molto contradditorie. Il cosa fare di Conte non è quello della Meloni.
Ora bisogna guardar dentro al PNRR e reagire. Fare e rifare!
Anche verificare se i programmi previsti allora avevano una linea progettuale di investimento che è andata ora a quel paese, per l’aumento dei costi. soprattutto.
La vita di tutti costa di più.
Le accuse che l’opposizione fa al Governo Meloni sono spesso riferite all’assenza di operatività; è una ammuina che non fa onore a nessuno.
Non al Governo che mostra lentezza e poca lettura dei piani operativi e delle applicazioni adottabili. Non all’opposizione che sembra porsi alla finestra, come i pensionati davanti ai lavori della metropolitana, per vedere e criticare quello che sta lavorando.
Le contraddizioni ci sono eccome.
Ad esempio sul cambiamento atteso nell’ambiente.
La politica verde ad ogni costo spesso passa sopra ad ogni altra esigenza dell’agire umano.
Per penalizzare le auto non si sa più come fare. Da una parte i produttori presentano modelli d’auto non inquinanti, dall’altra i sindaci impediscono l’ingresso con ZTL allargate sempre più. I costi/auto sono accresciuti e irraggiungibili per la classe medio-bassa della popolazione.
La terza età che guida modelli non proprio aggiornati è invitata a stare a casa.
Tutti in casa, a meno che non vengano spesi i risparmi, necessari per vecchiaia e salute, se proprio si vuole andare in giro in città.
Ci sono poi i territori verdi che ospitano i pannelli fotovoltaici, non si presentano all’appuntamento ricchi del consenso di tutti. Vi sono ragioni che si scontrano con fondamento. Un panorama alpino con terreni occupati da un mare di pannelli cambia il paesaggio. Ad alcuni piace, ad altri un po’ meno.
Un altro argomento entra nel dibattito: il Reporting.
Si è veramente convinti che il bilancio di Sostenibilità così come steso dalla maggior parte delle aziende sia il non plus ultra della comunicazione?
Davvero si è convinti che l’elenco dei successi e delle trasformazioni anche digitali sia ciò che attendono gli stakeholders?
Il Greenwashing dove trova alimento?
Spesso proprio nelle righe del Bilancio Sociale.
Non bastano nemmeno le parole edulcorate delle multinazionali della consulenza.
Nel Reporting non c’è venatura di contraddizione tra ciò che si è fatto e ciò che invece non si è riusciti a realizzare.
Segnali problematici che indicano successi e mancati obiettivi raggiunti fanno parte del dialogo e la problematicità è indice di grande tenuta intellettuale.
La realtà è contradditoria.
Porta con se stessa zizzania e grano. Occorre che questi si vedano. Si chiama trasparenza!
Infine va pur posto il tema delle risorse economiche per realizzare tante trasformazioni.
E’ evidente la perdita di potere d’acquisto della nostra capacità di spesa.
Dove verranno trovate le risorse per tanti cambiamenti?
Si spera nei grandi utili – mai così accentuati – delle multinazionali che in questi giorni danno visione dei loro bilanci. Utili che verranno usati per migliorare la vita. Di tutti!
La sostenibilità se vuole umanizzare la realtà può fare passi concreti nel tempo, attraverso misure che devono tener conto delle contraddizioni, senza scordarle ma anzi assumendole.
Trasformare, innovare, cambiare programmare: parole magiche dentro l’esigenza di realismo.
Bruno Calchera
Direttore Responsabile CSROGGI