Chi di noi entrando nel negozio di alimentari o supermercato di fiducia non si aspetterebbe di vedere il proprio yogurt preferito nel tipico vasetto di plastica (in alcuni casi, di vetro)? Alcune novità nel packaging finalmente rompono l’immagine che abbiamo di alcuni prodotti da sempre imballati nei materiali sopracitati.

Pro e contro dell‘imballaggio
Per questioni di igiene e di conservazione è fondamentale un involucro per alcune tipologie di alimenti e bevande e le etichette presenti ci forniscono informazioni sulla supply chain e sugli ingredienti fondamentali per renderci cittadini consapevoli e informati sugli acquisti. La questione scottante riguarda la triste fine di plastiche, pellicole, polistirolo, solo per citarne alcuni: accatastati tra i rifiuti domestici e non sempre in maniera differenziata.
Per questo motivo, in ottica di attenzione all’ambiente ma anche al consumatore, diverse aziende hanno deciso di cambiare l’imballaggio di alcuni prodotti molto noti.

Due esempi innovativi
Il primo caso è l’azienda Granarolo S.p.A., che ha deciso di cambiare veste al celeberrimo “Yomo”, creandone due linee, Natura ed Extra, diverse sia nel contenuto sia nel contenitore. Yomo Natura presenta un vasetto realizzato in carta 100% riciclabile. Quest’ultima è dotata di certificazione PEFC. Come si apprende direttamente dal loro sito “fino a oggi, il mondo dello yogurt è stato legato e condizionato dal vasetto di polistirene (PS), che non ha una sua filiera di riciclo, pur essendo conferito nella plastica. Nel contesto del piano triennale di Granarolo per la sostenibilità, che ha come riferimento il Goal 12 “Consumo e Produzione Responsabili” dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, le due novità di packaging legate al mondo Yomo rappresentano un importante traguardo della R&D Packaging del Gruppo in fatto di materiali alternativi al PS con una propria filiera di riciclo, nello specifico la carta e il PET”.

Un secondo esempio che ci aspetteremmo di vedere solo in vetro è la bottiglia della birra. L’azienda danese Carlsberg ha deciso di rompere gli schemi presentando il prototipo della prima bevanda contenuta all’interno di un contenitore in fibre di legno. Impegnata da anni nella sostenibilità, Carlsberg ha deciso di iniziare a lavorare già cinque anni fa su questi nuovi tipi di imballaggio. Di recente ha iniziato a sostenere un’impresa olandese, Avantium, la quale utilizza zuccheri vegetali e ha in programma di sviluppare una nuova “bio plastica” totalmente vegetale che viene prodotta da zuccheri estratti da colture coltivate in modo sostenibile, come mais o barbabietole, anziché combustibili fossili.

L’App dell‘imballaggio
Nel mese di giugno è stata lanciata “ASA”, disponibile gratuitamente su Google Play e Apple Store, App di Realtà Aumentata che consente di ottenere tante informazioni utili sul prodotto, semplicemente inquadrandone la confezione.
I contenuti che si possono reperire sono vari: da video, al collegamento ai Social, cataloghi multimediali, games, 3D, informazioni interattive sul prodotto e sull’azienda, link, immagini e audio. Ma non solo. Inquadrando la confezione del prodotto, l’App spiega come smaltire ogni singola parte della confezione con consigli pratici. L’iniziativa è stata lanciata in collaborazione con il CONAI per fare edutainment ai consumatori e invogliarli a migliorare le proprie pratiche di riciclo. Non resta che scaricarla e provare!

di Ylenia Esther Yashar

(da CSRoggi Magazine, anno 5, n.4, Luglio 2020, pag. 23)

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