Alla fine dell’incontro dal titolo “Come comunicare l’ambiente ai tempi di Greta Thunberg” abbiamo intervistato uno dei partecipanti, Sergio Vazzoler, esperto di comunicazione ambientale e partner di Amapola – Talking Sustainility, società di consulenza specializzata nella comunicazione di sostenibilità.

Quali sono i vantaggi della grande esposizione dovuta al fenomeno Greta Thunberg?

«Il vantaggio, clamoroso, è la capacità di mobilitazione di un mondo, quello giovanile, che in questi ultimi 10 anni è rimasto silente sui grandi temi politico-sociali. Una capacità che non può essere offuscata dall’arroganza di noi adulti, che in qualche modo cerchiamo di sminuire l’intervento con l’accusa che ci sia, alla sua base, “troppo ideologia”. Ben venga questo movimento, perché le politiche dei governi e delle nazioni stanno dimostrando di non avere il passo giusto per raggiungere gli obiettivi che invece la scienza ci richiede. Greta è il messaggero perfetto per creare un movimento dal basso che spinga poi politica, istituzioni e imprese ad agire più in fretta».

E quali sono, invece, i rischi di questa sovraesposizione?

«Il primo rischio è che questo fenomeno, ormai divenuto di massa, spinga coloro che hanno le leve del potere a dire “sì, vai avanti” senza però che venga effettivamente messo a terra alcun provvedimento concreto. Il secondo rischio è che ci si fermi qui, mentre ora serve che si faccia un passo in più, che è quello di entrare nel merito delle questioni e di non penalizzare troppo le persone più deboli. Penso ad esempio che sia meglio usare gli incentivi per favorire mezzi ibridi ed elettrici piuttosto che utilizzare la leva della tassazione contro i combustibili più inquinanti. Il rischio è che quest’operazione venga vista come elitaria – bio che costa il doppio del prodotto di largo consumo, auto elettriche inaccessibili, ecc. – per cui si venga a creare un’antipatia verso il tema ambientale da parte di quelle fasce di popolazione che invece potrebbero beneficiarne maggiormente perché magari vivono in aree più a rischio di conseguenze impattanti».

Un commento sul salone 2019?

«Noi che ci siamo dal primo anno e abbiamo visto crescere il Salone, possiamo dire che in questa edizione si sono visti segnali evidenti di crescita di interesse per i temi trattati. Visto che bisogna sempre pensare a quello che verrà, per il prossimo anno butto lì l’idea di creare dei percorsi ad hoc per le piccole e medie imprese, in modo tale che possano trovare strumenti da utilizzare nella loro realtà senza spaventarsi di fronte a programmi molto ambiziosi di realtà grandi, che già da anni hanno sviluppato azioni mirate alla sostenibilità. Non dobbiamo perdere di vista il fatto che in Italia c’è un mondo economico ancora in sofferenza, è importante prestare attenzione a tutte quelle realtà che in futuro diventeranno strategiche per poter raggiungere gli obiettivi che tutti ci prefiggiamo» (l.p.)

(da CSRoggi Magazine, anno 4, n.4, Ottobre 2019, pag. 31)

Torna alla pagina principale dello speciale Salone CSR 2019

Share This