Lupo solitario

ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, qualche settimana fa ha suggerito alle forze politiche alcune idee per portare avanti lo sviluppo sostenibile nel nostro Paese. L’idea è stata quella di fare sì che queste idee fossero inserite nei programmi elettorali dei vari partiti e movimenti, nella convinzione che il concetto di “sviluppo sostenibile” possa essere condivisa anche da chi politicamente e ideologicamente è agli opposti estremi.

Del resto l’Italia nei prossimi anni disporrà di ingenti risorse che deriveranno, oltre che dal PNRR, da finanziamenti provenienti dal bilancio nazionale e da quello europeo e saranno dunque anni fondamentali per l’affermazione (o meno) di uno sviluppo davvero sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale.

Le elezioni del 25 settembre, neanche a farlo apposta, ricorrono nel settimo anniversario dell’approvazione dell’Agenda 2030 dell’ONU, chissà che questa coincidenza possa servire a sensibilizzare chi governerà l’Italia nei prossimi anni. Per ora sembra che in generale le forze politiche coinvolte nelle prossime elezioni abbiano accolto le proposte di ASviS se non proprio tutte con entusiasmo – questo era del resto impensabile – almeno con la volontà di tenerne in parte conto.

Queste, a grandi linee, le dieci proposte di ASviS (per chi volesse approfondire, è facile trovarle su Internet nella loro versione integrale).

  1. Coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile: cioè effettiva applicazione dei nuovi principi costituzionali legati allo sviluppo sostenibile e alle future generazioni e garantire l’attuazione del PNRR nei termini concordati con L’Unione Europea.
  2. Disegnare il futuro partendo dal presente, con la creazione di un istituto di studi sul futuro, per evitare di arrivare impreparati, vulnerabili e fragili a futuri shock sistemici.
  3. Giustizia, trasparenza e responsabilità: consolidare le riforme avviate per un sistema giudiziario equo, moderno ed efficiente. Promuovere la cultura della rendicontazione e rendere obbligatoria la valutazione ambientale strategica in tutti i provvedimenti legislativi.
  4. Parlamento sostenibile, integrando lo sviluppo sostenibile nella ricomposizione delle Commissioni parlamentari e rinnovando la composizione di un intergruppo per lo sviluppo sostenibile
  5. Rendere più sostenibili ed equi i territori, con un sistema multilivello di strategie e di agende territoriali per lo sviluppo sostenibile e assicurando l’approvazione della legge sulla rigenerazione urbana già predisposta dal Senato, basata sull’arresto del consumo del suolo.
  6. Impegnarsi per la giusta transizione ecologica, impegnandosi tra l’altro a rispettare l’obiettivo europeo della riduzione almeno del 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030.
  7. Ridurre tutte le disuguaglianze, garantendo la parità di genere nelle politiche e nell’allocazione delle risorse economiche, creando piani di lavoro per i giovani, potenziando l’offerta formativa, valorizzando il ruolo del Sud come cerniera tra Europa e Mediterraneo, considerando la transizione digitale come fattore abilitante per accelerare le sfide sociali e ambientali del nostro tempo.
  8. Non lasciare nessuno indietro, contrastando la crescente povertà dei redditi, migliorando la gestione del Reddito di Cittadinanza, riformando l’esistente sistema di welfare, migliorando la qualità dell’istruzione e definendo i livelli minimi di offerta culturale a livello territoriale.
  9. Avere un approccio integrato alla salute, insendo l’approccio “One Health” ispirato al principio di una salute eco-sistemica integrata, favorendo l’integrazione delle scienze ambientali ed ecologiche con la medicina umana e ambientale, promuovendo la medicina di comunità e la sanità del territorio, rafforzando la capacità di prevenzione e resilienza di fronte alle crisi sanitarie nel rispetto del valore universale della sanità pubblica.
  10. Garantire diritti e pace, rafforzare cooperazione e democrazia, nel rispetto e nella tutela dei diritti inalienabili e di cittadinanza con politiche di inclusione e integrazione sociale, sanzionando ogni tipo di discriminazione coerentemente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, adottando politiche di lungo termine per definire il ruolo dell’immigrazione nel futuro demografico italiano, in termini di ingresso, politiche di accoglienza e di procedure per la concessione della cittadinanza, coerentemente con gli impegni europei.

Ora, siamo tutti d’accordo che ASviS non è che sia detentrice della verità assoluta. Ma è fuori discussione che le teste pensanti che hanno elaborato questi consigli sanno quello che dicono, sono tutte persone che questi argomenti li masticano quotidianamente.

Detto questo, ora la palla passa alla politica, chi governerà nei prossimi anni avrà grandi possibilità di incidere sul futuro – sostenibile o meno – del nostro Paese.

Ma l’appello, attenzione, riguarda anche tutti noi cittadini: abbiamo il compito di vigilare che tutto vada per il meglio e di mostrare un maggiore impegno verso la sostenibilità. Speriamo di essere all’altezza del compito, così importante, che ci viene assegnato non da ASviS, ma dalla storia.

(da CSRoggi Magazine – Anno 7 – n.3/4– Settembre 2022; pag. 51)

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