Quanto vale investire in prevenzione e contrasto. Analisi SROI (social return on investment) delle politiche d’ intervento

WeWorld presenta una nuova indagine realizzata grazie al contributo di Ubi Banca, che completa e rilancia la riflessione sui costi, le politiche e gli investimenti necessari per prevenire e contrastare la violenza contro le donne.

Un nuovo rapporto che, partendo dal quadro normativo della Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, delinea le politiche e i programmi, con i relativi costi di investimento, che consentirebbero di avviare un efficace processo di eliminazione della violenza, realizzando importanti ritorni sociali.

Nel 2013 WeWorld lanciava quella che è diventata una delle indagini più significative per la conoscenza della violenza maschile contro le donne: Quanto costa il Silenzio? Indagine nazionale sui costi economici e sociali della violenza contro le donne”. Uno studio che ha permesso di porre l’accento sulla dimensione economica di un fenomeno sottovalutato, complesso e ancora poco conosciuto, benché interessi 6 milioni di donne tra i 16 e i 70 in Italia nell’arco della loro vita, provocando sofferenze profonde che riguardano non solo le donne interessate, ma anche i loro figli e la società tutta.

A fronte dei c.ca. 17 miliardi di costi che il nostro paese paga –inconsapevolmente- per servizi, danni diretti ed indiretti, effetti a lungo termine della violenza, come stimato nel 2013, quanto sarebbe invece il ritorno sociale di 1 euro investito in politiche di prevenzione (campagne di sensibilizzazione, educazione specifica, formazione figure professionali…) o interventi di contrasto, cura e presa in carico (assistenza in tema di denunce, servizi di supporto specializzati etc.), che impediscano il ripetersi della violenza?

Possiamo dire che vale la pena, non solo per ovvie ragioni politiche ed etiche, contrastare la violenza, ma anche perché è economicamente conveniente?

Quali interventi sembrano avere i ritorni sociali più promettenti? Come si articolano prevenzione primaria e secondaria e contrasto?

A tutti questi interrogativi, lo studio di WeWorld, realizzato sotto la supervisione di un Comitato scientifico che include Antonella Picchio (Università di Modena e Reggio Emilia), Giuseppina Muratore (Istat), Michele Palma (Dipartimento per le Pari Opportunità), darà una risposta convincente, offrendo un modello di pianificazione a lungo termine che porti, a costi ragionevoli, a una drastica riduzione del fenomeno.

Un contributo significativo al varo di politiche di risposta e contrasto al fenomeno che il Parlamento, il Governo, le Regioni sono chiamati a promuovere ed attuare in collaborazione con gli enti locali e gli attori che gestiscono servizi di supporto specializzati (Centri antiviolenza, case rifugio, fondazioni…).

WeWorld ha chiamato a discutere le conclusioni del rapporto tutti i principali attori nazionali.

Per iscrizioni :comunicazione@weworld.it

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(da Newsletter anima per il sociale nei valori d’impresa – 24 febbraio 2017)

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