Prosegue la campagna ASviS di approfondimento sulla posizione dell’Italia rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile: 17 giorni, uno per ogni SDG, dedicati ad analisi flash tratte dal Rapporto ASviS 2017 sulla situazione del nostro Paese e sulle proposte dell’Alleanza riguardo ai temi dell’Agenda 2030.

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Oggi è il turno del Goal 15: “Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica””.

Guarda il video sull’Agenda 2030

La politica italiana non tutela adeguatamente gli ecosistemi terrestri

Diversi Target del Goal 15 della Agenda 2030 hanno come scadenza l’anno 2020, e su questi target l’Italia è in forte ritardo. La piena attuazione delle previsioni della Strategia Nazionale per la Biodiversità 2011-2020 potrebbe ancora consentire il rispetto dei target al 2020, ma ciò richiede una forte accelerazione delle politiche programmate e una stringente coerenza con tutte le politiche che incidono e influenzano la gestione del territorio e della biodiversità.

A conferma della scarsa importanza attribuita a questi temi dalla politica si segnala che ancora non si è concluso l’iter di approvazione della Legge sul consumo di suolo (Ddl As 2383), la quale tocca trasversalmente diversi Target del Goal 15 come il Target 15.3 “Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati ed il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno” e il 15.5 “Adottare misure urgenti e significative per ridurre il degrado degli habitat naturali, arrestare la perdita di biodiversità e, entro il 2020, proteggere e prevenire l’estinzione delle specie minacciate”, anche se, nell’attuale formulazione, non ne garantirebbe il conseguimento.

Il Rapporto ASviS 2017 propone che il Governo adotti urgentemente una roadmap basata anche sulle raccomandazioni contenute nel Rapporto sul Capitale Naturale, che assicuri la coerenza delle politiche settoriali attraverso: la definizione di una procedura di valutazione ex-ante di sostenibilità alla luce dell’Agenda 2030 del Documento di Economia e Finanza (Def) e del Piano Nazionale di Riforma (Pnr); l’integrazione del capitale naturale nelle vigenti procedure di valutazione preventiva di piani, programmi e progetti, verificando la loro compatibilità con il conseguimento dei singoli Target dell’Agenda 2030; la formalizzazione di un piano per la fuoriuscita dagli incentivi dannosi per l’ambiente e la riforma della fiscalità ambientale; il rafforzamento delle competenze della pubblica amministrazione con riferimento alla gestione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici, attraverso la predisposizione e l’adozione di Linee guida per la quantificazione preventiva degli impatti e dei danni attesi, nonché dei benefici derivanti da interventi di ripristino, gestione e valorizzazione ambientale.

>>> Leggi l’analisi del Goal 15 nel Rapporto ASviS 2017

>>> Leggi le proposte dell’Alleanza su Capitale naturale e qualità dell’ambiente

L’indicatore composito elaborato dall’ASviS

Nel caso dell’Obiettivo 15, l’ASviS non presenta ancora un indice composito, ma un indicatore particolarmente significativo (headline) e cioè l’indice di abusivismo edilizio. Secondo questo indicatore la situazione peggiora notevolmente, dal 101,7 del 2007 al 57,9 del 2015.

>>> Consulta il database: indicatore per il Goal 15

(da ASviS Newsletter del 16 ottobre 2017)

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