Prima il blocco delle attività, con le perdite. Poi l’incertez­za della ripresa. Quindi, la speranza che la pandemia porti gli italiani a scoprire un turismo diver­so. Più sostenibile, più attento al­l’ambiente e alle comunità, ma non per questo meno piacevole. Anzi. Tra difficoltà e ottimismo, il turi­smo responsabile italiano cerca il rilancio. «Da un lato – ragiona Pier­luigi Musarò, direttore di It.a.cà Migranti e Viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile – c’è la bat­tuta d’arresto che ha riguardato l’intero settore. Dall’altro, registria­mo una maggiore attenzione per i nostri temi». Secondo un sondag­gio YouGov, per esempio, due ita­liani su tre ritengono le vacanze in natura un’ottima alternativa all’hotel per rispettare le distanze sociali. In un’estate in cui sarà difficile an­dare all’estero, si presterà molta at­tenzione agli aspetti igienico-sanitari e le disponibilità economiche saranno limitate, il turismo re­sponsabile di cui oggi si celebra la giornata mondiale potrebbe aprirsi a un pubblico ben più ampio della nicchia cui solitamente si rivolge. Magari contando anche sul bonus vacanze deciso dal Governo. È su questo e altri scenari che il Festival It.a.cà sta riflettendo. Dal 28 mag­gio, per un mese, è cominciata una serie di incontri in streaming sul si­to www.festivalitaca.net, antepri­ma di quelli dal vivo che spera di poter tornare a organizzare presto in tutta Italia.

Il Festival, infatti, non è solo un evento, ma una rete di oltre 700 or­ganizzazioni. Una di queste è AddioPizzo Travel, che in Sicilia pro­pone turismo etico per chi dice no alla mafia. «Organizziamo soprat­tutto gite scolastiche, da febbraio a maggio. Quest’anno abbiamo già perso circa l’8o per cento del fattu­rato, ma non ci scoraggiamo. Lavo­riamo per l’anno prossimo e a nuo­vi progetti», spiega Dario Riccobono, tra i soci fondatori della coope­rativa.

Dormire nella bolla
Anche la Cooperativa di Comunità di Biccari, è parte della rete di It.a.cà. Sui monti Dauni, in Puglia, ha lanciato la bubble: una casa a for­ma di bolla che, grazie al tetto tra­sparente, consente di dormire im­mersi nella natura, sotto le stelle. «La prima stagione è andata molto bene. Quest’anno volevamo am­pliare l’offerta e invece siamo bloc­cati», racconta il giovane presiden­te Nicola Moccia: «Stiamo capendo come applicare le nuove misure, ma contiamo di aprire presto». Appen­nino Slow, invece, organizza trekking tra Emilia e Toscana. «Aprile e maggio – dice il direttore Stefano Lorenzi – avrebbero dovuto essere i nostri mesi migliori: tutto fermo. Da remoto, però, abbiamo continuato a lavorare per la ripar­tenza». La nuova offerta prevede gruppi più piccoli e percorsi più brevi, meno impegnativi e anche meno costosi. «Ci rivolgiamo a chi verrà in giornata o a chi prenderà una casa in affitto in zona”, dice Lo­renzi, che spera di supplire con nuovi clienti locali alle tante disdet­te arrivate dall’estero. È un calcolo che vale anche a livello nazionale. Secondo un’analisi di Demoskopika, i 45 miliardi di euro spesi dai turisti stranieri nel 2019 potrebbero essere parzialmente compensati quest’anno dai 20,6 miliardi del tu­rismo «autoctono» e cioè dagli ita­liani in vacanza in Italia. «Restare nel nostro Paese, però, non deve es­sere visto come un ripiego», sostie­ne Maurizio Davolio, presidente di Aitr (Associazione Italiana Turi­smo Responsabile): «L’Italia ha tutto per dimostrare che la qualità di una vacanza non dipende dalla distanza percorsa, ma dal­le esperienze che si fanno».

Anche per Elena Dell’Agnese, presidente del corso in turismo, territorio e sviluppo lo­cale alla Bicocca di Milano, «questa estate della prossimità obtorto collo potrebbe diventare l’occasione per scoprire mete e modalità di viaggio nuove». Le or­ganizzazioni che si sono mosse in questa direzione sono numerose. Il Touring Club ha ideato la campagna Passione Italia, per scoprire tutto il territorio nazionale; le as­sociazioni dei piccoli borghi hanno fatto altrettanto con #ConsiglioUnBorgo e #ViaggioAlCentroDelBorgo; il WWF ha riaperto le sue oasi; Federparchi ha proposto al Ministero dell’Ambiente un protocollo per parchi e aree protette; il CAI ha stilato regole e raccomandazioni per la ripresa delle attività in montagna. Senza con­tare le tante iniziative legate ai cam­mini o al cicloturismo.

Fiducia e ottimismo
La pandemia porterà, quindi, a vacanze più sostenibili e a vacanzieri più responsabili? Difficile dirlo ora. La professoressa Dell’Agnese avverte che «il turismo, di solito, si riprende in tempi relativamente bre­vi». Il punto è come, secondo Musarò: «Faccio un esempio: se i voli low cost rimarranno tali anche in futuro, le persone torneranno a prenderli. Se invece costeranno di più, i comportamenti potrebbero cambiare». Stefano di Appennino Slow se lo augura e, intanto, guarda all’estate con fiducia: «A marzo e aprile eravamo depressi. Ora, inve­ce, il morale è alto: sono finalmente cominciate ad arrivare le prenotazioni».

di Paolo Riva

(da Buone Notizie – L’impresa del bene del 2 giugno 2020)

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