Secondo me

 

 

 

C’era una volta un bel bicchiere, totalmente vuoto. Racconta la favola che la gente lo vedeva, lo ammirava per le sue fattezze, ma poi, vedendolo vuoto, non si curava di lui, e passava.

Comunque si cominciava a sentir parlare della necessità di dover riempire questo bicchiere.

Di cosa? Il bicchiere era stato creato per contenere tutto quello che poteva servire a far sì che l’uomo riuscisse a modificare quei comportamenti che, altrimenti, avrebbero portato la Terra a una brutta fine.

Se n‘era cominciato a parlare parecchi anni fa. Gli scienziati più attenti avevano osservato che alcuni fenomeni stavano cambiando. Anzi degradando quasi a vista d’occhio.

Ci fu un gruppetto di studiosi che, riunitisi in un Club a Roma, decisero che l’argomento dovesse essere affrontato con la necessaria serietà. E che da quel momento le riunioni internazionali, quelle che coinvolgevano tutti (o quasi) gli abitanti del Pianeta, dovessero cominciare a preoccuparsi.

Era lì che avrebbero dovuto trovar ospitalità le cose giuste che ci si proponeva di fare per raggiungere gli obiettivi.

E fu lì che ci si ricordò del bicchiere di cui stiamo parlando.

Ma si sa, le importanti riunioni, specie se internazionali, sono un po’ come le assemblee di condominio. Tutti parlano ma, alla fine, ben pochi agiscono.

In breve. Successe che il bicchiere che era vuoto, continuava a rimanere vuoto.

Però la speranza, come è giusto che sia, è l’ultima a morire. E poco a poco l’argomento cominciò a catturare l’attenzione di tanti, anche non scienziati, di politici, di amministratori pubblici. E piano piano il nostro bicchiere da vuoto cominciò a essere occupato da tante buone intenzione e qualche buona attività.

E veniamo ai giorni nostri.

Qualcuno si è preso la briga di fare un esame dell’ancor scarso contenuto. Magari con una maggiore attenzione alle cose che ci riguardano più da vicino.

In primo luogo si è trovato che la neo eletta presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, ha deciso di stanziare 100 miliardi per l’ambiente. Ma pochi giorni dopo ha rilanciato precisando che ci vorranno almeno 260 miliardi annui aggiuntivi.

Si è stabilito anche che in Italia si rende obbligatoria la formazione, nelle scuole, per la salvaguardia ambientale.

Il rapporto ASviS (Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile) 2019 che, avendo esaminato cosa l’Italia aveva realizzato sin qui dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 (che l’ONU aveva individuato come cose imprescindibili da fare al più presto per la Sostenibilità), sottolinea che, contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, l’Italia ha superato più del 50% degli obiettivi, ne sta raggiungendo più della metà dei rimanenti, il che vuol dire che è indietro solo per 6 di essi. E c’è da aggiungere che anche il Governo oggi sta parlando con più convinzione del fatto in questione.

Grandi aziende nazionali e multinazionali si sono impegnate a vincere delle sfide che potrebbero sembrare molto impegnative per rendere non solo sostenibili i loro prodotti, ma dare un grosso impulso al riciclo e all’impatto aziendale.

Non abbiamo quantizzato tutto questo, ma il livello del nostro bicchiere ha un evidente salita verso l’alto.

Anche il rispetto del cibo, che non va sprecato, la cura dell’acqua che va usata con intelligenza, il rapporto con gli altri esseri umani che devono essere considerati esseri umani, sono grandi contributori per aiutarci a riempire il bicchiere.

Pazienza se poi siamo costretti a constatare che, ad esempio, la COP (conferenza mondiale per il clima) che si è tenuta recentemente a Madrid è stata un disastro e si è conclusa con un niente di fatto. Il che ha presentato un’evidente variazione (in negativo) del livello del nostro bicchiere.

Certo, la Politica deve fare e spesso non fa, i Grandi fanno grande promesse di cambiamenti e poi non cercano neanche scuse per non averle mantenute, le Nazioni e le imprese pensano prima alle proprie utilità senza ricordarsi che sono inserite in una realtà che coinvolge tutti.

Ma non disperiamo. Possiamo anche prenderla dall’altra parte: dal basso.

Ricordiamoci che ci siamo anche noi. Si, tutti noi che dobbiamo tenere sotto controllo questo bicchiere. E non limitandoci solo a guardare. Perché possiamo (e dobbiamo) anche fare.

E facendo possiamo contribuire a far crescere il livello nel bicchiere.

Notizie sparse qua e là ci informano di iniziative di aziende che sostengono i loro dipendenti che, volontariamente, si preoccupano di bonificare varie zone che hanno bisogno di essere ripulite.

Comuni e associazioni varie hanno iniziato attività per raggiungere l’obiettivo del “plastic free” (sembra che non si trovino più borracce da acquistare, visto il successo dell’idea) e ad esse si aggiunge l’attenzione di chi organizza congressi e tavole rotonde, di sostituire le bottigliette di plastica con più tradizionali bottiglie di vetro.

“Cambia il gesto” è una campagna che invita i fumatori (che proprio non riescono a smettere di fumare) di gettare i mozziconi di sigarette non per terra ma in più opportuni portacenere.

E di mobilità non vogliamo parlare? Quanti sono coloro che hanno deciso un uso più intelligente dei mezzi di trasporto personali, e quanti coloro che in città hanno imparato ad apprezzare l’uso della bicicletta?

Possiamo anche dare un’occhiata nei tanti comuni che stanno raggiungendo risultati significativi nella raccolta differenziata, grazie al comportamento intelligente dei cittadini.

E sappiamo che ci sono tante altre cose che trovano spazio nel nostro bicchiere.

Così osservando il nostro bel bicchiere, anche se non lo abbiamo ancora riempito, abbiamo due possibilità: dire che è mezzo pieno o mezzo vuoto

Ma se è vero, come è vero, che insieme abbiamo un’altra energia, dobbiamo guardare con fiducia quel bicchiere ed essere convinti che non è vero che è mezzo vuoto.

Perché è mezzo pieno.

Anche perché non esiste che una favola non abbia un lieto fine!

 

di Ugo Canonici

(da CSRoggi Magazine, anno 4, n.5, Dicembre 2019, pag. 46)

 

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