L’uomo della strada

Sono molte le iniziative che nascono con l’intento di sostenere la divulgazione della cultura e della conoscenza della Sostenibilità.
Tutti sappiamo che un messaggio, perché sia recepito, deve seguire alcune regole fondamentali. Si parte dal rispettare chi riceve il messaggio, e poi essere credibile, e poi essere documentato, e poi….
Si, sono tanti i “comandamenti” che devono essere messi in atto.

L’attenzione delle cronache alle informazioni di taglio scientifico, vistosamente aumentate in questi ultimi 18 mesi su tutti i media, ha indotto una importante azienda farmaceutica ad aderire al vademecum dell’Associazione Parole Ostili per aiutare a migliorare lo stile e il comportamento di chi frequenta i social mediante l’uso ragionato delle parole, per rilanciare informazioni chiare, corrette e complete, anche quando si parla di Sostenibilità.

Quattro anni fa è nata una associazione, “Parole O-stili”, con l’ambizione di ridefinire lo stile con cui le persone stanno in Rete, e con l’obiettivo di diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti. E, per divulgare questo concetto, ha realizzato un manifesto che ci sembra utile riportare.

Contenuto del Manifesto:

Virtuale è reale
Comunico in rete come faccio nel mondo reale, rispettando le persone e le loro differenze, le fragilità e i punti di forza. Scelgo di includere, senza giudicare o discriminare.

Si è ciò che si comunica
Rispetto la mia identità e decido liberamente di definirmi per come sono, o di non definirmi affatto. Accolgo la complessità e la molteplicità. Valorizzo la diversità creativa.

Le parole danno forma al pensiero
Evito con cura stereotipi, cliché, allusioni o modi di dire offensivi o sminuenti.
Contrasto ogni pregiudizio. Scelgo sempre parole chiare e facili da comprendere, corrette, gentili.

Prima di parlare bisogna ascoltare
Costruisco relazioni fondate sull’ascolto paziente, la comprensione e l’empatia.
So che opinioni diverse allargano il mio orizzonte, e che dallo scambio nasce il senso di comunità.

Le parole sono un ponte
Coltivo la curiosità, l’apertura, il dialogo positivo che nasce quando si superano le barriere mentali, sociali, culturali, gerarchiche. Il mio linguaggio sa creare inclusione e cittadinanza.

Le parole hanno conseguenze
So che le parole possono ferire o curare, sostenere o schiacciare. Parlo in modo tale da comprendere tutte le identità, le condizioni, le appartenenze, gli orientamenti e le culture.

Condividere è una responsabilità
Prima di condividere testi, video o foto mi domando se aggiungono qualità alla discussione e se promuovono il rispetto. Verifico che le fonti siano oneste, neutrali e veritiere.

Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Valorizzo la pluralità delle opinioni e delle esperienze e accolgo ogni diverso pensiero come una ricchezza. Se dissento, favorisco un confronto aperto, civile e costruttivo.

Gli insulti non sono argomenti
Insultare è un modo di esprimersi violento e primitivo. È doppiamente deplorevole se si indirizza a chi è discriminato e sperimenta la povertà, il disagio, la paura, lo stigma o l’emarginazione.

Anche il silenzio comunica
Scelgo il silenzio per ascoltare e ragionare meglio. O per spegnere polemiche distruttive. O quando non ci sono parole adeguate, e un gesto di empatia vale più di ogni discorso.

Evidentemente questi principi sono validi per la comunicazione di qualsiasi argomento. Ma a maggior ragione lo sono quando l’argomento è abbastanza nuovo. E soprattutto quando deve essere ben compreso.
E quindi ci sembra particolarmente adatto quando si parla di Sostenibilità.

Ugo Canonici

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