Mobilità sostenibile vuole dire (anche) viaggiare per le strade delle città su mezzi alimentati con carburante rinnovabile al 100% e generato dal trattamento dei rifiuti. E’ quello che da qualche giorno accade a Bologna, dove quattro autobus e una ventina di taxi circolano utilizzando il biometano prodotto nel sito del gruppo Hera a S. Agata Bolognese.

Qui la multiutillty ha inaugurato un importante impianto per la produzione di biometano ottenuto da rifiuti organici e materiale derivante da sfalci e potature. In questo modo, l’umido che i cittadini buttano nella pattumiera torna al servizio della comunità sotto forma di gas che, una volta immesso in rete, alimenta anche il trasporto a metano pubblico e privato, rendendo così più respirabile l’aria in città.

Ogni anno l’impianto porrà trattare 100 mila tonnellate di rifiuti organici prodotti dalla raccolta differenziata, e altre 35 mila tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature. Grazie a nuove tecnologie di digestione anaerobica, queste risorse consentiranno di ottenere 7,5 milioni di metri cubi di combustibile rinnovabile al 100%, il biometano per l’appunto, ma anche 20 mila tonnellate di compost, un bioferttlizzante utile in agricoltura.

Grazie all’impianto, in termini di beneficio ambientale, ogni anno si consumeranno 6 mila tonnellate in meno di petrolio, con una riduzione di 14 mila tonnellate di C02 nell’aria.

Sono state poi installate anche quattro stazioni di servizio per i cittadini che dovranno fare il pieno di carburante green. «Privo di impianti di combustione, l’impianto sorge dentro un sito di compostaggio già esistente, dunque la sua costruzione non ha comportato alcun ulteriore consumo di suolo», spiega Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo di Hera.

In linea con i principi di sostenibilità che vedono il gruppo impegnato su più fronti, a breve partiranno anche i lavori di bonifica del porto di Chioggia. Herambiente, primo operatore nazionale nel trattamento dei rifiuti, si è infatti aggiudicata la bonifica del porto veneto. La gara, del valore di 28,5 milioni di euro, è stata vinta da un’associazione temporanea d’imprese (Ati) guidata proprio dalla multiutility bolognese. Gli interventi porteranno a una riqualificazione complessiva dell’area portuale in un’ottica di economia circolare, anche grazie al recupero del materiale inerte, derivante dalla bonifica di terreni precedentemente adibiti a discarica, pari all’8o% dei rifiuti totali, che sarà impiegato per realizzare alcune banchine del porto.

Barbara Millucci

(da L’Economia del Corriere della Sera del 29 aprile 2019)
(foto: tuttogreen.it)

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