Il punto del direttore

 

 

 

“Sono equiparate ai partiti e movimenti politici … le fondazioni, le associazioni, i comitati i cui organi direttivi siano composti in tutto o in parte da persone che siano o siano state, nei dieci anni precedenti, membri del Parlamento nazionale o europeo o di assemblee elettive regionali o locali, ovvero che abbiamo ricoperto nei dieci anni precedenti incarichi di governo al livello nazionale, regionale o locale…».

Siamo davanti ad una presunzione di colpevolezza abnorme.

L’attuale Governo, in nome della moralità e della prevenzione alla corruzione ha pensato bene che tutti quelli che hanno avuto incarichi di natura pubblica – direi politica per dirla in modo puntuale – devono evitare di diventare attivi nei CDA di Fondazioni, di Associazioni, di realtà del terzo settore.

E’ come ammettere – e sono i legislatori a a porre la cosa davanti a tutti – che il solo fatto di aver fatto politica ha introdotto nell’io di una persona una sorta di malattia congenita denominata CORRUZIONE.

E’ come se dicessero: “noi facciamo politica ora, siamo immersi in fenomeni corruttivi, non siamo corrotti, ma siamo tentati. Così, caro Terzo Settore devi avvicinare solo quelli che questa tentazione non l’hanno mai avuta negli ultimi 10 anni.”

Una Legge demente!

La corruzione, come ogni peccato del vivere umano, non lo si cancella per legge.

Si potrebbe allargare il discorso ad altre casistiche: “sei stato querelato, e hai perso la causa o con sistematicità hai avuto la tentazione di insultare il tuo avversario politico, significa che non sei un buon giornalista così per prevenire errori o tentazioni ti impedisco di essere presidente di una associazione”.

Altri esempi si potrebbero fare.

E’ la prova che quelli che hanno scritto la “Spazzacorrotti” non solo rappresentano il chiaro moralismo etico del potere, ma soprattutto manifestano una iper-sensibilità al tema della corruzione che vedono da ogni parte (una malattia psichica!) .

Il loro intento è il non cadere in tentazione come se il Terzo Settore fosse un insieme di persone ammalate della stessa infezione.

Non si capisce perché le associazioni, le Fondazioni insieme non abbiamo alzato la voce insieme protestando per una norma incivile e riduttiva della libertà individuale.

Anche questo fa pensare.

Se vi sono 300.000 associazioni in Italia e centinaia di Fondazioni, con persone alla guida, quando vi sarà una protesta alla Corte Costituzionale?

E se c’è già stata quando sarà diffusamente resa pubblica?

Bruno Calchera
Direttore Responsabile

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